Fifa&Pes Forum{ Calcio ~ Pes, Fifa & Fm ~ Grafica ~ Streaming ~ GDR ~ E tanto altro... }

[Topic Ufficiale] NBA 2011-2012

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    BASKET: NBA,CANCELLATA LA PRESEASON



    C_27_articolo_69509_GroupArticolo_immagineprincipale
    La Nba ha cancellato la pre-season e farà lo stesso con le prime 2 settimane di stagione regolare se entro lunedì non verrà trovato un accordo sul contratto collettivo. Il commissioner David Stern e il suo vice, Adam Silver, hanno dato l'annuncio dopo l'incontro di New York tra giocatori e proprietari delle franchigie. "Non siamo stati in grado di fare i progressi che speravamo e non siamo stati in grado di continuare i negoziati", ha detto Stern.

    L'annullamento di partite della regular season, che dovrebbe cominciare il primo novembre, è sempre più vicino: non sono stati fissati nuovi incontri tra le parti e nei prossimi giorni potrebbero arrivare comunicazioni relative alla cancellazione di partite 'vere'. "Entro lunedì, non avremo altra scelta: dovremo cancellare le prime due settimane della stagione regolare", ha detto il commissioner David Stern, che ha provato a mediare proponendo una soluzione 'salomonica' per la divisione degli introiti: 50% ai proprietari, 50% ai giocatori.

    La quadratura del cerchio sembra lontanissima e crescono le possibilità di una diaspora delle star Nba: aumentano in particolare le chances di vedere Kobe Bryant in Italia con la maglia della Virtus Bologna. Il fuoriclasse dei Los Angeles Lakers, con altri giocatori, ha partecipato agli incontri delle ultime 24 ore nella Grande Mela. "Va in Italia? Gli auguriamo buona fortuna", ha detto Stern, evidenziando che l'effetto del trasferimento eccellente sulle trattative sarebbe "nullo".

    Il contratto scaduto il 30 giugno assegnava ai giocatori in 57% della 'torta' complessiva prodotta dalla Nba. Gli atleti sarebbero disposti a far scendere la quota al 53%, una soluzione lontana dal 47% che sarebbe stato proposto dai proprietari. Il gap è ampio, Stern ha provato a trovare la soluzione al rebus. Senza riuscirci.

    Secondo Espn, ai giocatori non sarebbe stato proposto il 50% degli introiti. Alla NBPA sarebbe stato offerto il 49%, con la possibilita' di arrivare fino al 51% con una serie di bonus. Gli atleti avrebbero replicato chiedendo il 51% con l'opzione di salire fino al 53%: a questo punto sarebbe arrivato il semaforo rosso degli 'owners'.
    La distribuzione delle risorse è lo scoglio principale nella trattativa. Come ha detto il commissioner, i proprietari delle franchigie hanno ammorbidito la propria posizione in relazione al salary cap, che non cambierebbe in maniera radicale rispetto alla situazione attuale, e sarebbero pronti a siglare un contratto collettivo decennale, come gradito dai giocatori. La NBPA, inoltre, avrebbe la possibilità di interrompere l'intesa dopo 7 anni.
     
    Top
    .
  2. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Nba, incontro-maratona
    per salvare la stagione


    0LSWBT2A--473x264



    Proprietari e giocatori a confronto per oltre 16 ore davanti al mediatore federale George Cohen per cercare di risolvere il lockout iniziato il primo luglio scorso. Si ritroveranno a partire dalle 16 italiane


    Dopo una riunione fiume di ben 16 ore, terminata soltanto alle due di mattina, non si può non covare un minimo di ottimismo nonostante al termiine dell’estenuante maratona il lieto fine non sia arrivato. Sindacato e proprietari Nba però continueranno a discutere ancora oggi, a partire dalle 16 ora italiana, e questa, soprattutto considerate le premesse, è già una notizia positiva. La supervisione di George Cohen, il direttore della Federal Mediation and Coalition Service, ha avuto un impatto sulle negoziazioni visto che, nonostante le grandi divisioni, le due parti hanno continuato a discutere fino a notte fonda. Il ruolo di Cohen è più di facciata che di sostanza, visto che il mediatore federale in pratica non ha veri poteri, ma la sua grande esperienza (ha presenziato anche a diverse negoziazioni durante il recente lockout della Nfl, oltre ad aver mediato in passato in dispute sindacali con Nhl, Mlb e Mls) ha contribuito quantomeno a rasserenare il clima tra sindacato e proprietari.


    NO COMMENT — Proprio per volere di George Cohen al termine della lunghissima sessione di mediazione nessuno ha rilasciato commenti agli esausti giornalisti rimasti ad attendere notizie al terzo piano dell’Hotel di Midtown Manhattan. Bocche cucite quindi per evitare di dire qualcosa che potrebbe esasperare gli animi in un momento che sembra davvero decisivo per la risoluzione del lockout. Anche uno stanchissimo Derek Fisher, uscendo dall’hotel al termine del meeting-fiume, si è lasciato andare a un semplice “Ci vediamo domani”, una frase fatta che calza fino a un certo punto visto che la mezzanotte è passata da un pezzo e le due parti si ritroveranno tra poche ore. La Nba avrebbe voluto dedicare la giornata di mercoledì all’importante incontro del Owners Board of Governors (in pratica il direttivo dei proprietari Nba) ma ovviamente il meeting con il sindacato ha la precedenza.

    LE POSIZIONI — Quanto le posizioni delle due parti si siano mosse per davvero nelle 16 ore di discussioni non è chiaro, però la volontà di continuare a discutere è sicuramente un segnale incoraggiante. I problemi da risolvere non mancano a cominciare dalle modifiche della Salary Cap (il tetto salariale) volute dai proprietari fino al punto più dolente, la suddivisione dell’oramai celeberrimo “BRI” (basketball related Income, i ricavi dell'Nba che nella scorsa stagione hanno sfondato il tetto dei 4 miliardi di dollari). Il sindacato non sembra voler cedere sulla divisione dei proventi e continua a chiedere ai proprietari il 53%, David Stern e soci non sono disposti a salire oltre il 50% ma evidentemente qualcosa si è mosso dopo il meeting-fiume, almeno così sperano tutti i tifosi della Nba. Dopo un incontro di 16 ore un minimo di ottimismo è lecito.

    Gazzetta.it
     
    Top
    .
  3. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Nba, situazione critica
    Le parti restano distanti



    Club e giocatori non trovano accordi sulla spartizione dei proventi. I secondi accusano: "Ci chiedono di accettare il 50% e poi di discutere sul tetto salariale, perché fidarci?". In arrivo l'annullamento di una seconda ondata di partite


    0LTE78JF--300x145
    Dopo le incoraggianti sessioni di mediazione di martedì e mercoledì, nella giornata di giovedì sindacato e proprietari arrivano allo stallo le trattative si interrompono bruscamente. Un film già visto, purtroppo ma che adesso sembra voler riservare un tristissimo finale. Proprio quando sembrava che, grazie anche alla supervisione del mediatore federale George Cohen, le due parti avessero imboccato una buona strada e si fossero avvicinate, tutto precipita mettendo a rischio un’altra fetta di regular season. “Purtroppo sappiamo quello che può accadere adesso - sostiene il vice commissioner Adam Silver - la distanza tra le due parti resta incolmabile”. La Nba getta la spugna ma per ora non prende decisioni ufficiali. Le trattative sono interrotte a tempo indeterminato e, considerato il clima venutosi a creare e lo scambio di accuse tra le due parti, adesso la situazione si fa davvero critica.


    SESSIONI FIUME — Già nella giornata di venerdì, però, la Lega potrebbe decidere di cancellare altre partite di regular season, dopo aver fatto calare il sipario sulle prime due settimane del campionato. Prima Silver dovrà fare il punto con David Stern, provato dalla due sessioni-fiume di negoziazioni di martedì e mercoledì e rimasto a casa giovedì vittima dell’influenza. Il sindacato però non ci sta ad apparire intransigente. “Sappiate che i proprietari continuano a mentirvi - sbotta Derek Fisher - vedono le cose dal loro punto di vista ma non le analizzano con sincerità”. In pratica, stando alla versione di Hunter e soci, dopo qualche piccolo passo avanti, i club avrebbero dato un ultimatum all’associazione giocatori: accettare la divisione al 50-50 dei proventi Nba per poi mettersi a discutere delle questioni legate al Salary Cap. “Ci hanno chiesto di fidarci di loro e di accettare a priori la divisione al 50% - commenta un arrabbiatissimo Hunter - perché dovremmo fidarci di loro? Non è così che si può trovare un compromesso. Noi abbiamo fatto diverse concessioni ma a tutto c’è un limite”.

    TEMPO SPRECATO — Adesso che succederà? Difficile pensare in una rapida ripresa delle trattative dopo gli sviluppi di giovedì. George Cohen quasi sicuramente uscirà di scena e nel fine settimana David Stern probabilmente sarà costretto a fare annunci sgraditi a tutti i tifosi del basket pro a stelle e strisce. “Speriamo di poter tornare al tavolo delle trattative - dice senza troppa convinzione il proprietario dei San Antonio Spurs Peter Holt il quale, con Stern a letto con l’influenza, ha avuto un ruolo di primo piano nelle discussioni di giovedì - sicuramente quella di oggi è stata una giornata davvero difficile”. Sedici ore di meeting martedì, altre nove mercoledì e cinque giovedì, tutto tempo sprecato a quanto pare visto che le due parti adesso sembrano addirittura trincerarsi sulle proprie posizioni. Brutte notizie per tutti i fan della Nba.
     
    Top
    .
  4. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    NBA, STOP PER ALTRE 2 SETTIMANE
    Dall'America: annuncio ormai imminente

    C_27_articolo_70671_GroupArticolo_immagineprincipale
    Ancora non è ufficiale, ma manca solo l'annuncio: l'Nba cancellerà altre due settimane di gare per il lockout. Lo scrive il "New York Daily News", per il quale le trattative tra i proprietari delle squadre e i giocatori sono a un punto morto e la lega si appresta così a fermare ancora il campionato, dopo l'annuncio dell'inizio di ottobre che annullava tutte le partite fino al 14 novembre. Il nuovo stop farebbe slittare l'esordio a dicembre.

    Se venisse confermata l'indiscrezione sarebbero ben 102 i match cancellati, in una stagione che doveva cominciare il primo novembre e che invece resterà ferma almeno fino al 28. Il pomo della discordia rimane sempre la differenza sulla spartizione della torta dei ricavi. I proprietari vorrebbero una divisione a 50 e 50 con i giocatori, mentre questi ultimi sono disposti a scendere al massimo fino al 53%. Altro tema di discussione è il salary cap, con i protagonisti in campo che spingono per mantenere l'attuale sistema, al contrario dei boss. Le trattative riprenderanno per tentare di salvare almeno il mese di dicembre e il tradizionale "Christmas Day".
     
    Top
    .
  5. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    NBA, NO GARE FINO AL 30 NOVEMBRE
    Niente accordo, lockout continua

    C_27_articolo_70902_GroupArticolo_immagineprincipale
    Niente da fare, il lockout della Nba continua e a nulla è valso l'ultimo incontro tra il sindacato dei giocatori e i proprietari. L'accordo sul rinnovo del contratto collettivo è ancora lontano e il commissioner David Stern non ha potuto fare altro che cancellare altre due settimane di gare. Niente match fino almeno al 30 novembre, per la delusione di tutti i tifosi. La regular season sarebbe dovuta iniziare martedì prossimo.

    "Non è possibile, pratico e prudente poter pensare di avere una stagione completa, con 82 partite per ciascuna franchigia". Queste le parole di Stern, che hanno confermato la cancellazione delle gare per tutto il mese di novembre. Troppa distanza ancora sulla ripartizione dei ricavi: i proprietari vorrebbero un 50 e 50, mentre i giocatori sono disposti a scendere dal 57% del vecchio contratto al 52,5%, rinunciando a 100 milioni di dollari.

    "Non sappiamo quando torneremo a incontrarci, ma siamo sempre disponibili. - le parole di Derek Fisher, play dei Lakers e presidente del sindacato giocatori - Sia chiaro però che non firmeremo un accordo valido per i prossimi sei anni che possa danneggiare i futuri professionisti". "Derek e io siamo stai molto chiari sin dall'inizio, non accetteremo mai una ripartizione 50-50" gli fa eco Billy Hunter, direttore esecutivo del sindacato. Parole che fanno capire in maniera molto chiara quale sia la distanza al momento, anche se su gli altri punti caldi (salary cap su tutti) sono stati fatti dei passi avanti. Ma, come confermato dallo stesso Stern, l'accordo è ancora una chimera, visto che le prossime offerte dei proprietari potrebbero essere al ribasso perché "rifletteranno le enormi perdite che si stanno accumulando" a causa della cancellazione del primo mese di regular season.

    Slitta intanto l'inizio del tour mondiale che avrebbe dovuto portare i migliori giocatori della Nba a disputare sei partite in quattro continenti diversi. La prima tappa, fissata per domani a Porto Rico, è stata rinviata a data da destinarsi e le altre cinque partite in programma tra Londra, Macao e Melbourne non si giocheranno prima di fine novembre. Fino a poco meno di una settimana fa avevano detto sì al tour, in cambio di un milione di dollari, i vari Derrick Rose, Kobe Bryant, Carmelo Anthony, LeBron James, Kevin Durant, Dwight Howard, Russell Westbrook, Chris Paul e Dwyane Wade. Ma, secondo la "Espn", Rose e Westbrook si sarebbero tirati indietro per altri impegni mentre James, Anthony e Paul ci avrebbero ripensato, preferendo sfruttare il lockout per trascorrere più tempo con le rispettive famiglie.

    Sportmediaset
     
    Top
    .
  6. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Nba: niente palla a due
    Ecco i 7 motivi della serrata



    2936898--300x145
    Un'occhiata nostalgica al calendario: oggi è il 1 novembre e se non fossimo arrivati al 124° giorno di lockout, ci sarebbe stata la prima palla a due della stagione Nba. Con in serbo Chicago-Dallas, i finalisti dell'Est con l'mvp della scorsa stagione, Derrick Rose, contro i campioni. Ma per il momento quella sfida rimane solo fantabasket, dopo che venerdì le trattative fra proprietari e giocatori si sono nuovamente interrotte. David Stern ha dato un altro colpo di spugna al campionato: ora è sparito l'intero mese di novembre, in fumo almeno 700 milioni di dollari e una malinconica constatazione del commissioner: "La realtà è che non riusciremo più a giocare una regular season di 82 partite". Nonostante le parti si accusino reciprocamente per il recente fallimento, abbiano inasprito i toni e non abbiano programmato ulteriori incontri, sembrerebbero a un passo dal trovare un'intesa. "Sarebbero in sintonia ormai sul 95% del nuovo contratto collettivo", assicura il New York Times. E suggerisce che il nuovo Cba (Collective Bargaining Agreement) sarà sicuramente più vantaggioso per la proprietà rispetto al precedente.

    1 L'INIZIO — Il contrasto nasce con la scadenza del precedente contratto collettivo il 30 giugno. La Nba afferma che 22 squadre su 30 hanno avuto i bilanci in rosso per una perdita totale nelle ultime due stagioni di 650 milioni. Il sindacato contesta questi dati e chiede di rendere pubbliche tutte le cifre, ma non sarebbe mai stato accontentato. Ecco quindi i motivi del disaccordo.

    2 DIVISIONE DEL "BRI" — "Basketball Related Income", cioè reddito strettamente derivato dal basket. E' uno dei due grandi nodi, l'ultimo da sciogliere. Secondo il vecchio contratto, i 4.2 miliardi di dollari del fatturato Nba erano stati divisi 57%-43% a favore dei giocatori. La proposta iniziale dei proprietari era stata di 63-37, ora sono scesi a 50-50. Il sindacato ha abbassato le pretese fino a 52.5-47.5. Siccome ogni punto percentuale è di 40 milioni di dollari, la differenza sarebbe un centinaio di milioni.

    3 SALARY CAP — E' l'altro grande problema della contesa, ma potrebbe essere stato in gran parte risolto. Il vecchio sistema prevedeva un tetto salariale flessibile, per una serie di eccezioni. La trattativa è iniziata con la richiesta della Nba di un tetto rigido, E' il punto su cui il sindacato ha fatto muro. La Nba, capito che forse non avrebbe mai vinto questa battaglia, si sarebbe accontentata di alcuni cambiamenti alle attuali regole.

    4 LUXURY TAX — Con il vecchio accordo, i team erano soggetti a una "tassa sul lusso" (luxury tax) di un dollaro per ogni dollaro in eccesso al tetto fissato. Adesso quel parametro sarebbe aumentato per scaglioni: 1.50 dollari per i primi 5 milioni di sconfinamento; 1.75 da 5-10; 2.50 da 10-15 e 3.25 oltre i 15 milioni. Esempio, i Lakers, con il monte stipendi più alto l'anno scorso, in base al nuovo accordo pagherebbero 45 milioni di "multa" invece di 20.


    5 LUNGHEZZA CONTRATTI — La Nba avrebbe ottenuto, inoltre, di abbassare di un anno la lunghezza dei contratti: da 6 a 5 per i giocatori sotto la "Bird Rule", cioè quelli già in rosa a scadenza di contratto, gli altri per 4 anni. Prima erano di 6 e 5 anni.
    6 ECCEZIONE — Le parti si sarebbero già trovate d'accordo sul cosiddetto "midlevel exeption", la possibilità per un team di firmare un giocatore (generalmente di secondo piano) per un massimo di 5.8 milioni di dollari fuori dal tetto. Adesso quella cifra sarebbe stata abbassata a 5 milioni. La discussione rimane ancora aperta sulla durata di quel contratto.
    7 RISVOLTI — Il salary cap per la Nba non sarebbe esclusivamente una questione economica, ma avrebbe risvolti anche filosofici. Livellando gli stipendi e scoraggiando le società più ricche a eccedere nella spesa, Stern vorrebbe rendere il campionato più competitivo, dando cioè una concreta possibilità di conquistare il titolo alle società più piccole. In questi giorni lo ha ripetuto più volte: "L'obiettivo è di dare speranza di vittoria ai tifosi di tutte le squadre". Naturalmente il sindacato la vede in modo opposto. Avrebbe suggerito a Stern di distribuire a tutte le squadre quegli introiti che derivano da contratti con tv locali e che invece rimangono nella cassaforte di quei team che l'hanno stipulato, generalmente quelli che si trovano nei bacini di utenza più grandi.
     
    Top
    .
  7. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Nba, nuova fumata nera
    E il sindacato è a rischio



    Sabato un nuovo tentativo. Ma trapela la volontà da parte di almeno cinquanta giocatori di prendere in considerazione "l’opzione nucleare", ovvero la dissoluzione del sindacato


    2390173--473x264


    Il trend di questo lockout sembra oramai chiaro. Ogni volta che l’ottimismo per una risoluzione sembra giustificato, le cose puntualmente precipitano. La giornata di giovedì ha seguito questo copione regalando prima la notizia della ripresa delle trattative, per poi confermare invece la profonda e pericolosa divisione del sindacato. Le due parti si ritroveranno intorno a un tavolo sabato pomeriggio, e naturalmente questa è una buona notizia, ma al termine dell’incontro tra i vertici del sindacato di giovedì è trapelata la volontà da parte di almeno cinquanta giocatori (tra i quali diversi All Star), di prendere in considerazione quella che viene considerata “l’opzione nucleare”, la “decertification”, cioè la dissoluzione del sindacato stesso.


    NBA IN TRIBUNALE? — Il gruppo, spinto dalla maggior parte dei più potenti agenti Nba, non avrebbe gradito le concessioni fatte a David Stern dalla coppia Fisher-Hunter e avrebbe posto un aut-aut: linea dura oppure “decertification”. Scendere sotto il 52% dell’oramai celeberrimo “Bri” (la divisione dei proventi Nba) e fare altri sconti ai proprietari sulla salary cap quindi non verrebbe accettato e porterebbe al referendum per la dissoluzione del sindacato nel caso. Per mettere ai voti la “decertification” il gruppo “ribelle” ha bisogno della firma di almeno il 30% dei membri del sindacato, se ciò avvenisse poi una semplice maggioranza nella susseguente votazione potrebbe portare alla dissoluzione dell’associazione giocatori. Una volta decaduto il sindacato i singoli giocatori sarebbero poi pronti a portare in tribunale la Nba, contestando la legalità del “lockout”.

    UNA TORTA CHE FA GOLA — Un processo lungo e tortuoso che in pratica farebbe calare il sipario sulla stagione. Una minaccia che non può certo rasserenare il clima delle negoziazioni. Derek Fisher e Billy Hunter così si presentano a un incontro decisivo per la risoluzione del lockout con le mani legate. L’ipotesi, per remota che possa essere, di decertification, non permette certo ai vertici del sindacato di abbassare le proprie pretese. Dal canto suo David Stern non sembra per nulla disposto a venire incontro alle esigenze dell’associazione giocatori. Anzi il commissioner la scorsa settimana aveva addirittura fatto capire che la sua ultima proposta, la divisione 50-50 della “torta” Nba, avrebbe dovuto tenere conto delle perdite da parte dei proprietari dovute alla cancellazione del primo mese di regular season. Sabato quindi si tornerà a discutere ma questo clima di certo non aiuta le già difficili negoziazioni.

    Gazzetta dello Sport
     
    Top
    .
  8. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    NBA: MERCOLEDÌ SCADE L'ULTIMATUM
    Giocatori alle strette: "Ricavi al 51%"

    C_27_articolo_71353_GroupArticolo_immagineprincipale
    L'ultimo meeting fra proprietari e giocatori della Nba ha lasciato uno strascico pesante. Ossia l'ultimatum che i giocatori sono invitati a rispettare per evitare di buttar via il campionato. L'ultima proposta dei proprietari è quella di destinare il 51% della torta ricavi alla controparte (che chiede il 52,5%). Se entro mercoledì il sindacato non darà risposte positive, la nuova offerta sarà al ribasso: non più del 47%.

    Una presa di posizione netta. Come mai era avvenuto prima. Il lockout, ormai in essere dallo scorso 30 giugno, potrebbe allungarsi e condurre a soluzioni drastiche. Come la cancellazione dell'intera stagione (fin qui la gare spazzate via dal calendario sono 202).

    Nei prossimi tre giorni si conoscerà la verità: i giocatori sono alle corde. Nonostante il dichiarato intento di tornare in campo, Fisher e Hunter - esponenti di spicco del sindacato - non vogliono recedere dai loro intenti. Smentita una divisione all'interno del gruppo degli atleti, si dovrà adesso dare una risposta. Se fosse ancora una volta negativa, diverrebbe pressoché impossibile intavolare una nuova trattativa partendo da quota 47% (ben dieci punti in meno rispetto ai ricavi garantiti ai cestisti nel precedente contratto).

    L'ultima fumata nera è giunta dopo un incontro di otto ore, alla presenza del mediatore federale George Cohen. Il termine è spostato a mercoledì: "Speriamo che il rinvio porti il sindacato a definire la propria posizione e ad accettare l'accordo - ha detto Stern, commissioner della lega - Non farò percentuali o previsioni, niente del genere. Vogliamo che i nostri giocatori scendano in campo, vogliamo avere un campionato". Dall'avvocato dei giocatori, Jeffrey Kessler, i toni paiono meno concilianti: "Gli atleti non si faranno intimidire. Non possono sacrificare il futuro di fronte a queste minacce". Tra i proprietari più accaniti - e decisi a non cedere - c'è anche Michael Jordan, attuale proprietario dei Bobcats.
     
    Top
    .
  9. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    NBA: LA STAGIONE È A RISCHIO
    Giocatori dicono no a proposta finale

    C_27_articolo_71553_GroupArticolo_immagineprincipale
    Altre nubi sul futuro della Nba. I giocatori, infatti, hanno rifiutato anche l'ultima offerta dei proprietari sulla divisione dei ricavi e sulla gestione del salary cap. Il sindacato degli atleti, capeggiati dal play dei Lakers Derek Fisher, ha ritenuto "inadeguata la proposta" dicendosi comunque disposto a continuare le negoziazioni. La Player Association però va incontro alla spaccatura: in tal caso la stagione potrebbe saltare del tutto.

    I proprietari delle franchigie avevano dettato la deadline: "Decidete entro mercoledì o giochiamo al ribasso". I giocatori hanno addirittura anticipato i tempi e confermato il 'no'. Non solo alla spartizione della torta-ricavi (l'ultima proposta prevede il 51% ai cestisti), ma anche alla gestione del tetto salariale eb alla durata dei contratti. Trapela, infatti, che il sindacato potrebbe accettare il compromesso 50-50% sui profitti, ma "ci sono elementi nel sistema che non vanno discussi: dobbiamo averli per andare in campo".

    Fisher e Hunter (direttore esecutivo della Player Association, ndr) continuano la battaglia. I proprietari si godono un primo parziale successo e proveranno a ripartire da una proposta più bassa, come voluto da alcuni esponenti di spicco delle società fra cui Michael Jordan. La situazione però potrebbe precipitare. Il sindacato dei giocatori, infatti, è minato da alcuni rivoltosi, disposti anche ad accettare condizioni più scoonvenienti per andare in campo. L'idea è avviare una petizione per arrivare alla scissione della Player Association. L'iter, però, potrebbe durare almeno un paio di mesi e le battaglie in tribunale renderebbero impossibile tornare in campo. Il rischio è quello di far saltare l'intera stagione.

    Il commissioner Stern, intanto, potrebbe cancellare altre due settimane di regular season. E allungare l'agonia di una lega che continua a fare a pugni con se stessa e con il suo fascino ormai in declino.
     
    Top
    .
  10. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    NBA,STAGIONE A FORTE RISCHIO
    No al rinnovo del contratto collettivo

    C_27_articolo_71899_GroupArticolo_immagineprincipale
    L'associazione dei giocatori Nba respinge la proposta dei proprietari sul rinnovo del contratto collettivo. Il lockout, dunque, prosegue e la stagione 2011-2012 è sempre più a rischio. Secondo la Espn, si profila l'ipotesi di scioglimento del sindacato. La 'decertification' aprirebbe le porte dei tribunali, con la possibilità per i giocatori di citare la Nba per violazione delle leggi antitrust. Un'eventuale soluzione è ancora molto lontana.

    Il braccio di ferro ha già prodotto la cancellazione del primo mese della regular season che avrebbe dovuto cominciare il 1° novembre.
    "Siamo pronti a intraprendere l'azione legale contro la Nba", ha detto Billy Hunter, direttore esecutivo del sindacato (NBPA) dopo il meeting a cui, a New York, hanno preso parte i rappresentanti delle 30 squadre. La proposta formalizzata dal commissioner David Stern, ha aggiunto Hunter, è stata giudicata "estremamente ingiusta" dagli atleti che "non sono disposti ad accettare nessun ultimatum".
    "Questa è la miglior decisione per i giocatori", ha affermato Derek Fisher, presidente dell'associazione. "Molti giocatori stanno mettendo in gioco quello che hanno: tutti sentiamo che è importante ottenere un accordo per i giocatori di oggi e per quelli del futuro", ha aggiunto.

    "Adesso, questo processo per noi non prosegue con la trattativa", ha detto Fisher guardando avanti. "Adesso lasceremo che i nostri legali si mettano a condurre le cose. Noi -ha affermato il veterano dei Los Angeles Lakers- vogliamo continuare a lavorare. Vogliamo tornare a lavorare. Vogliamo tornare a trattare, ma il processo si è interrotto".

    La proposta presentata da Stern prevedeva una divisione delle entrate a metà: 50% ai proprietari e 50% ai giocatori, che secondo il contratto scaduto il 30 giugno ricevevano invece il 57% della torta. La bozza del contratto, ampiamente pubblicizzata dalla lega nelle ultime 24 ore, secondo i giocatori definisce in maniera troppo rigida il salary cap e pone troppi paletti al mercato dei free agent.
     
    Top
    .
  11. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    NBA, PRIMA SCONFITTA PER GALLINARI
    I Nuggets perdono 111-102 a Portland

    C_27_articolo_74355_immagineprincipale
    Prima sconfitta stagionale per i Nuggets di Danilo Gallinari. Denver cede 111-102 in casa dei Portland Trail Blazers, che infilano il terzo successo di fila. L'ex Olimpia realizza 16 punti ma con percentuali dal campo non esaltanti: il Gallo è il giocatore dei Nuggets a tirare di più nel corso della partita ma infila solo 4 dei suoi 20 tentativi, con un deludente 0/5 da tre. Il migliore marcatore di Denver è Ty Lawson con 25 punti.

    Stessi punti, dall'altra parte, per Wesley Matthews, cui si aggiungono i 23 di Raymond Felton.

    Un canestro di Kevin Durant a meno di un secondo dalla sirena condanna i Mavericks detentori dell'anello al terzo k.o. consecutivo. Gli Oklahoma City Thunder vincono 104-102 e conservano la propria imbattibilità, mentre Dallas non è ancora riuscita a vincere una partita. Il canestro decisivo non è che l'ultimo atto di una prestazione maiuscola di Durant, che mette a referto 30 punti, 11 rimbalzi e 6 assist. Ai Mavs non bastano i 29 punti di Dirk Nowitzki.

    Secondo tonfo per i New York Knicks, che allo Staples Center di Los Angeles si inchinano 99-82 ai Lakers. Gialloviola trascinati da un Kobe Bryant in buona forma ma non super (28 punti e 6 assist), Carmelo Anthony (27 punti e 5 assist) è all'altezza del fuoriclasse dei Lakers ma non è sostenuto in maniera adeguata dai compagni di squadra: Stoudemire infila 15 punti con pessimo 5/18 dal campo. Un Dwight Howard dominante sotto canestro guida Orlando al successo 94-78 sui New Jersey Nets: il centro dei Magic realizza 16 punti ma soprattutto cattura 24 rimbalzi, di cui 18 in difesa. Per Orlando ci sono anche i 22 punti Ryan Anderson, mentre l'unico giocatore dei Nets a raggiungere la doppia cifra è Deron Williams (10 punti).

    Successo agevole per i Chicago Bulls sul campo dei Sacramento Kings, battuti 108-98: Derrick Rose realizza 19 punti (con 8 assist), cui si aggiungono i 16 a testa di Hamilton e Boozer. Esordio casalingo con vittoria per gli Houston Rockets, che al Toyota Center travolgono 105-85 i San Antonio Spurs (25 punti per Kevin Martin).
     
    Top
    .
  12. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    DENVER SFIORA L'IMPRESA
    Contro i Lakers va k.o. solo all'ultimo

    Allo Staples Center di Los Angeles Denver si mangia le mani. La squadra di Danilo Gallinari sfiora infatti l'impresa in casa dei Lakers di Kobe Bryant. Finisce 92-89 con il Gallo che manca il punto decisivo proprio nei secondi finali del match. L'azzurro gioca quasi l'intera gara (37 minuti) da titolare ma mette a referto solo 7 punti. Bene i rimbalzi, sempre 7, gli assist 3, male gli altri numeri 3/12 dal campo, 0/4 da tre.

    I RISULTATI
    Houston Rockets-Atlanta Hawks 95-84

    Detroit Pistons-Indiana Pacers 96-88

    Oklahoma City Thunder-Phoenix Suns 107-97

    Sacramento Kings-New York Knicks 92-114

    Golden State Warriors-Philadelphia 76ers 79-107

    LA Lakers-Denver Nuggets 92-89

    San Antonio Spurs-Utah Jazz 104-89
     
    Top
    .
  13. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    BARGNANI È UNO SCHIACCIASASSI
    Il Mago trascina Toronto, Gallinari ok

    C_27_articolo_74619_immagineprincipale
    Il Mago dà ancora spettacolo e regala la vittoria a Toronto. Bargnani si guadagna la ribalta trascinando i Raptors che battono 92-77 i Cavaliers. Per il romano 31 punti, sette rimbalzi, tre assist e tanta sostanza. Bene anche Gallinari che dà il suo apporto nel successo dei Nuggets 110-83 sui Kings, mentre Belinelli è l'unico degli italiani sconfitti nella notte Nba. Per gli Hornets ennesimo ko: i Philadelphia 76ers vincono 101-93.

    Il bilancio è di due vittorie e un ko per gli azzurri. Cominciamo dal Mago che si prende l'Air Canada Centre di Toronto e la infiamma: schierato nel quintetto titolare, gioca 34 minuti e 6 secondi e mette a segno 31 punti da capogiro. Bene anche DeRozan che mette a referto 25 punti, mentre Jamison (19) è il più prolifico per Cleveland.

    Non brilla particolarmente il Gallo nel successo casalingo di Denver. Ai Sacramento Kings non bastano i 26 punti di Cousins e i 23 di Thornton. L'azzurro gioca dall'inizio, resta in campo 25 minuti e 4 secondi e al suo attivo fa registrare 8 punti, 4 rimbalzi e 3 assist. Tutti a canestro tra i Nuggets, 15 i punti di Harrington.

    Male ancora una volta Marco Belinelli. Il Beli non trova posto nel quintetto iniziale, gioca 20 minuti e 55 secondi ma si fa notare soltanto per i 5 punti che riesce a realizzare. Gordon (22) e Landry (21) i migliori tra i suoi compagni, Holiday (23) e Turner (21) per Philadelphia.
     
    Top
    .
  14. March50™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    GLI ITALIANI VANNO KO
    Sconfitte per gli azzurri "americani"

    C_27_articolo_74793_immagineprincipale
    Danilo Gallinari è da record con 31 punti, Andrea Bargnani ne segna 21: tutto inutile, il made in Italy colleziona solo sconfitte nella serata Nba. La pattuglia tricolore infila 3 ko, compreso quello incassato da Marco Belinelli, poco brillante con i suoi Hornets. Il voto più alto va a Gallinari: il numero 8 eguaglia la miglior prestazione della carriera nel match che i Denver Nuggets (6-3) perdono 121-117 sul campo dei San Antonio Spurs (6-2).

    L'ala azzurra, titolare per 39'30", da' spettacolo con 10/16 al tiro (3/4 da 3 punti), 5 rimbalzi e 2 assist. I Nuggets, senza il centro Nene', precipitano a -20 (53-33) nel primo tempo ma nel terzo periodo Gallinari rianima la squadra con 16 punti. Denver ha la forza di risalire la china fino a -2 (106-104) ma, nonostante i 20 punti (con 10 rimbalzi) di Ty Lawson e i 19 di Al Harrington, non riesce a completare la rimonta e finisce al tappeto dopo 4 successi di fila.

    Non manca qualche recriminazione per un'azione 'sospetta': con gli Spurs avanti di 5 punti nel finale, non viene fischiato un fallo evidente su Lawson. San Antonio ringrazia e chiude i giochi con la tripla di Richard Jefferson. Gli speroni conducono in porto il successo e sopperiscono all'assenza dell'infortunato Manu Ginobili portando 7 uomini in doppia cifra: brilla in particolare Daniel Green (24 punti con 9/13 dal campo).

    Senza storia, o quasi, la sfida che i Toronto Raptors (3-5) perdono per 97-62 sul parquet dei Philadelphia 76ers (5-2). Ai canadesi, spazzati via nel terzo periodo con il parziale di 32-15, non basta il solito Bargnani. Il 'mago', in campo per 32'11", mette a referto la prima doppia doppia dell'anno con 21 punti (8/19 dal campo e 1/ 4 da 3 punti) e 11 rimbalzi. Attorno al lungo romano, pero', c'e' il nulla: Toronto tira con il 31,8% dal campo e solo Amir Johnson, con 12 punti, arriva in doppia cifra.

    Philadelphia da' lezioni in difesa e in attacco marcia senza problemi: alla fine, 14 punti a testa per Andre Iguodala e Jrue Holiday. "La difesa di Philadelphia ci ha messo in crisi, ci ha tolto il ritmo. I Sixers hanno giocato molto meglio di noi: siamo riusciti a risalire fino a -3, sarebbe stato importante infilare un paio di tiri", dice Bargnani ripensando al momento in cui la gara si e' spaccata in due. "La fatica non puo' essere una scusa", aggiunge facendo riferimento ai ritmi forsennati della stagione. "Anche Philadelphia -osserva- aveva giocato la sera prima".

    Pochi sorrisi anche negli spogliatoi dei New Orleans Hornets (2-6), battuti 96-81 in casa dei Dallas Mavericks (4-5) e costretti al sesto stop consecutivo. Belinelli non incide: la guardia bolognese gioca solo 17'14" da titolare, realizzando 3 punti (1/4 al tiro).

    Questi tutti i risultati delle partite della regular season Nba:

    Indiana Pacers - Charlotte Bobcats 99-77; Atlanta Hawks - Chicago Bulls 109-94; New Jersey Nets - Miami Heat 90-101; Detroit Pistons - New York Knicks 80-103; Houston Rockets - Oklahoma City 95-98; Philadelphia 76ers - Toronto Raptors 97-62; San Antonio Spurs - Denver Nuggets 121-117; Dallas Mavericks - New Orleans Hornets 96-81; Los Angeles Clippers - Milwaukee Bucks 92-86; Golden State Warriors - Utah Jazz 87-88
     
    Top
    .
13 replies since 5/10/2011, 13:51   912 views
  Share  
.