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[Topic Ufficiale] Basket Italiano

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  1. March50™
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    Presentata la Supercoppa
    Si avvicina la prima palla a due



    Sabato comincia ufficialmente la stagione con la sfida tra Siena e Cantù. A Forlì è stato introdotto l'evento, organizzato da Rcs Sport. Minucci: "Ormai le chiacchiere sono finite. Sarà una partita dura". Cremascoli: "Mi aspetto una bellissima partita davanti ad un grande pubblico"


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    In tarda mattinata si è tenuta a Forlì la presentazione della Supercoppa, un bel revival per il capoluogo romagnolo che torna ad ospitare questa sfida dopo nove anni dall’ultimo precedente. Al tavolo dei notabili, organizzato da RCS Sport, hanno preso posto tra gli altri i presidenti delle due squadre che sabato 1 ottobre, alle 17.50, si disputeranno il trofeo e quello di Legabasket, ovvero lady Cremascoli di Cantù, il "Granduca" Minucci di Siena (lungamente atteso e infine arrivato con oltre un’ora di ritardo causa problemi di viabilità sull’autostrada) e Valentino Renzi, dall’espressione dolente per le ultimi vicissitudini della sua Lega costretta a inglobare Venezia come 17ª squadra per decisione dell’Alta Corte del Coni. Tra i presenti anche Lorenzo De Salvo, responsabile degli eventi di RCS sport, e Gianmarco Pozzecco, nuova voce televisiva per conto di La7 che diffonderà in diretta la partita.

    LE PAROLE — "Veniamo da due stagioni straodinarie e sarà dura ripeterci vedendo quanto si sono rinforzate le altre squadre - ha detto Anna Cremascoli -. Sono contenta per l’accordo con RCS perchè a noi di Cantù porta bene: l’anno passato siamo andati in finale alla Coppa Italia di Torino e il nostro Mazzarino è stato eletto Mvp nell’All Star di Milano. Mi aspetto una bellissima partita davanti ad un grande pubblico". Meno ottimista Minucci: "Credo che avremo una partita dura, ma non bella - ha obiettato il plenipotenziario di Siena -. Peraltro, finalmente con la prima partita della stagione si torna a fare sul serio, ormai le chiacchiere sono finite. Di politica parleremo da domani nell’Assemblea di Lega". Infine la chiosa di De Salvo: "Siamo entrati nel basket a piccoli passi e dopo i due successi della Final Eight di Torino e l’All Star Game di Milano, contiamo di fare un grande spettacolo anche Forlì".
     
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  2. March50™
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  3. lipionul
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    CITAZIONE (March50™ @ 30/9/2011, 19:02) 

    Che faccia che ha prima di fare Play! :ridere:
     
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  4. March50™
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    Hurtt, chance Varese
    "Qui per sfondare"


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    La guardia mancina della Cimberio, che a Tusla University viaggiava a 20 punti a partita con il 37% da 3: "Questo non è un ripiego, ma un'occasione importante per la mia carriera. Devo solo capire... le regole perché il basket italiano è più fisico. Mi serve tempo, ma Recalcati e compagni mi hanno accolto benissimo"



    L’adattamento non è facile, ma qualche segnale incoraggiante c’è: "Sta acquisendo sicurezza e con il passare delle partite mostra quel piglio che ci aveva spinti a puntare su lui" dice il team manager Max Ferrariuolo, confermando che per la Cimberio quella di Justinn Hurtt è stata tutt’altro che una scelta di ripiego: "Si tratta solo di aspettare e di aiutarlo a inserirsi al meglio in una realtà nuova per lui: siamo convinti delle sue qualità tecniche". Guardia mancina di m 1.94, nata a Kansas City nel 1988, nella stagione da senior a Tulsa University viaggiava a una media di 20 punti con quasi il 37% da tre. Cifre che sono valse a Hurtt il primo quintetto 2011 della All-C Conference e nei report per i Draft Nba il paragone con Marcus Thorton, uno che con la maglia di Sacramento l’anno scorso ne metteva quasi 13 a partita. Un confronto che per quanto fatto vedere finora al di qua dell’oceano appare ancora azzardato. La guardia della Cimberio però sembra un ragazzo determinato, capace di osservare con attenzione quello che lo circonda e con tanta voglia di adattarsi: "Ho deciso di venire qui a giocare non per un ripiego, ma perché penso che sia una possibilità importante per la mia carriera. E poi sono curioso di scoprire la gente, il modo di vivere e, perché no, anche il cibo italiano…".

    Justin, qual è stato il problema maggiore finora?
    "Beh, le regole! Sembra strano, ma quella che si gioca qui è una pallacanestro un po’ diversa da quella cui ero abituato e anche capire i fischi arbitrali rappresenta un problema. In Italia il basket è più fisico e l’esperienza dei giocatori è un fattore determinante".


    Più difficile adattarsi alle regole o a uno stile di vita diverso?
    "Un po’ e un po’, ma dopo qualche settimana vivere la città è molto più facile, grazie anche all’arrivo di mamma Martha, che mi aiuta a inserirmi in questa realtà tutta nuova. I ragazzi e coach Recalcati poi mi hanno accolto molto bene, non c’è che dire. Sono soddisfatto. Diawara non cessa mai di dispensarmi i suoi consigli e tutti mi sono vicini. Chiedo solo un po’ di pazienza: il tempo gioca un ruolo fondamentale. Sto cercando di capire quale possa essere il miglior contributo che posso dare alla squadra".

    Il paragone con Marcus Thorton, credi davvero che possa essere un tuo modello?
    "Non sarebbe male diventare come lui! Nei suoi primi tempi nell’Nba, a New Orleans con Belinelli, ha vissuto momenti difficili, ma ha saputo guardare oltre gli ostacoli e ora ha un ruolo importante nei Kings. Anch’io so che posso fare bene e darò tutto per farmi apprezzare dai tifosi varesini. Gli insegnamenti in Business Administration che ho ricevuto all’Università dovranno attendere… Il mio obiettivo per ora è uno solo: vincere il più possibile con la Cimberio".
     
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  5. March50™
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    Supercoppa, solita Siena
    Cantù la butta nel finale

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    Incredibile Siena: la Mens Sana batte 73-70 Cantù in rimonta e s’aggiudica la Supercoppa italiana, disputata al Palafiera di Forlì davanti a 4500 spettatori, conquistando così l’undicesima manifestazione consecutiva tra campionati, Coppe Italia e Supercoppe. L’ultima volta che una squadra italiana alzò una coppa senza indossare la divisa del Montepaschi era il 2008 quando la Scandone Avellino vinse la Coppa Italia a Casalecchio di Reno con Siena eliminata nei quarti da Pesaro. L’Mps festeggia, Cantù recrimina per il trofeo solo sfiorato, ma sogna di avere aperto una piccola crepa nel muro di certezze del Montepaschi. E con lei lo sperano Milano, Bologna e tutte le rivali: una Siena grande in Europa, ma sfidata alla pari in patria sarebbe per la pallacanestro italiana una notizia anche più utile delle mille voci su Kobe Bryant.

    RIECCO MCCALEBB — Pianigiani rinuncia a sorpresa ad Andersen e parte con McCalebb, Aradori, Summers, Stonerook e Michelori; Trinchieri, che lascia fuori il probabile tagliato Parakhouski, risponde con Cinciarini, Mazzarino, Micov, Leunen e Marconato. Si sfidano forse le due squadre che hanno cambiato meno in A: solo Summers per i toscani, la coppia Cinciarini-Basile oltre a Lighty per i lombardi. Si gioca a gran ritmo e si fa parecchia confusione, ma tutto sommato è normale a una settimana dall’inizio del campionato: Cantù scatta avanti 6-2, ma è Summers – più a suo agio vicino a canestro che lontano – a ricucire subito lo strappo. A fine primo periodo la Bennet conduce 15-12: la macchina oliata dello scorso campionato non sembra risentire del trapianto tra i piccoli con la regia che in realtà è un discorso collettivo grazie a Mazzarino e Micov che aiutano parecchio nell’impostare il gioco e nel muovere la palla.

    C'E' PURE BASILE — Basile si ripresenta all’Italia nello stesso modo con cui l’aveva lasciata, segnando da tre, Leunen e Scekic fanno legna pregiata in area e dopo 12’ siamo 22-12 con la Montepaschi che in difesa balbetta. Quando la Mens Sana alza la pressione arrivano subito tre palle perse di Micov e Scekic, ma con Siena che litiga al tiro (0/5 da 3 e 0/8 totale da fuori area nel periodo) non c’è accenno di rimonta finché McCalebb, reduce dal clamoroso quarto posto all’Europeo con la Macedonia, accende il turbo per qualche giro. Al riposo Cantù conduce 32-24: questione di percentuali di tiro, ma anche di una panchina meno travolgente del solito (+1 il plus/minus totale del quintetto, -41 il totale di metà gara dei cambi biancoverdi che combinano per 2/10 dal campo).

    CANTU' LOTTA — Bastano poco più di tre minuti nella ripresa alla Montepaschi per sfoggiare il costume da cannibale e riaprire i conti con un 7-0 targato Lavrinovic per il 31-32. L’altro lituano Kaukenas impatta a quota 36, ma Scekic è tanto brutto a vedersi quanto efficace e infila 5 punti consecutivi. E’ partita vera, i ritmi si abbassano, l’agonismo si alza e Lavrinovic diventa un rebus irrisolvibile per la difesa brianzola che ha 4 falli di Scekic e 3 di Leunen. All’ultimo miniriposo Cantù 48-47 con Siena che ha 16 punti nel periodo dal duo lituano.
    FINALE DA SIENA — Tripla di Basile, Micov da due, Ortner da sotto ed è 55-47 con 8’30” da giocare: il migliaio di tifosi brianzoli è in delirio, Lavrinovic prova subito a sedarli con quattro punti consecutivi e a tacitarli con altri cinque (totale 18 in 14’ di ripresa) per il nuovo contatto sul 57-56. Cinciarini mette quattro punti in fila, Lavrinovic risponde con una tripla. Troppo solida Cantù per sfaldarsi sotto pressione, ma essere avanti 65-61 al 37’ è ben poca cosa con Scekic e Leunen fuori per falli. Infatti bastano 30 secondi per due liberi di Stonerook e un gioco da 3 di Moss che valgono il sorpasso sul 66-65. Lighty sbaglia, Kaukenas no e il suo tiro vale 3: 69-65 e 8-0 biancoverde in 60 secondi. Micov sbaglia da sotto, Basile si perde in entrata e poi è Micov dalla lunetta a siglare il -2 con 28” sul tabellone. Fallo subito su McCalebb che fa 1/2 (70-67), fallo di Moss su Mazzarino che fa 2/2 (70-69) a 12”. Ancora fallo tattico su Moss che fa 1/2 (71-69); Cantù è artefice della sua sorte: fallo su Lighty a 3” dalla fine che segna il primo e sbaglia il secondo libero. Lavrinovic cattura il rimbalzo e dalla lunetta sigilla un secondo tempo straordinario prolungando, con un one man show spettacolare, il regno di Siena.

    Siena: Lavrinovic 25, McCalebb 13, Kaukenas 10
    Cantù: Micov 13, Mazzarino 12, Scekic 10.
     
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    Siena-Cantù. La sintesi

     
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    Tucker, questione di rivincita
    "A Roma per riscattare Madrid"


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    Da Madrid a Roma: Clay Tucker fa collezione di belle città, perché “giocare in due delle più importanti capitali d’Europa significa arricchire pure il proprio patrimonio culturale”. È alla seconda esperienza italiana, la guardia statunitense, dopo i quattro mesi a Teramo, nella stagione 2007-08.

    Non troverà neppure l’Eurolega, a Roma: e allora perché l’ha scelta?
    “Perché ho 31 anni, e quindi può darsi che un’altra occasione non l’avrei più avuta. Sono innamorato di questa città, quando ero a Teramo era la mia tappa fissa del giorno di riposo del lunedì. Già allora, mi ripromisi di tornare a giocare in Italia. Così, quest’estate ho detto subito di sì, perché vivere e far parte del team di Roma è motivo di orgoglio”.

    Una passione nata all’Università
    “Sì, feci uno studio su quale fosse al mondo la città da visitare al meglio: individuai Roma, la conobbi a fondo sui libri. Ho sempre avuto l’impressione, passeggiando per le varie vie, di muovermi in un museo”.

    Nella squadra di Lardo sarà giocoforza costretto a diventare il leader.
    “Non è una cosa che mi spaventa, non mi ha mai fatto paura prendermi responsabilità. È troppo presto per capire dove possiamo arrivare, tra l’altro solo da pochi giorni lavoriamo al completo: in precampionato, però, abbiamo fatto ottime cose. Ho fiducia, ci sono tanti ottimi compagni e poi col coach mi trovo bene”.

    I pochi mesi di Teramo furono sufficienti per vincere la classifica dei marcatori con 21 punti a gara: ci fa un pensiero anche stavolta?
    “Perché no, ma il mio primo obiettivo è però vincere quante più partite possibili. Poi, dovessi finire primo dei realizzatori non mi dispiacerebbe di certo”.


    Perché è andato via da Madrid?
    “Per una legge non scritta, chi non vince lì è destinato ad andare via. Non è stata una gran stagione, ho anche le mie colpe, sento di non aver dato il massimo. Con Roma ora voglio riscattarmi alla grande”.

    Sogniamo: prima giornata, domenica c’è Bologna-Roma, gioca Bryant e lo marca Tucker.
    “Sarebbe straordinario: quando mi capiterà più di difendere sul numero uno al mondo? “.
     
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  8. March50™
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    McNeal, punti e difesa
    "Trascinerò Montegranaro"

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    La nuova guardia statunitense, miglior realizzatore di tutti i tempi a Marquette (Ncaa), ma anche migliore giocatore difensivo per la Big East nel 2007, ha le idee chiare: "Qui c'è un ottimo gruppo, un coach che mi ha chiesto di essere aggressivo e le potenzialità per essere molto competitivi"


    Chi segue con regolarità il basket italiano sa che da Montegranaro e dal g.m. Gianmaria Vacirca ci si devono aspettare delle novità: Jerel McNeal è una di queste. Un giocatore ancora giovane (classe 1987) con una sola esperienza alle spalle di basket europeo (a Mons, in Belgio, terminata con una squalifica per cannabis dovuta a un incauto giro turistico ad Amsterdam) e soprattutto con una fame assoluta di dimostrare le sue qualità qui in Italia. Quali? Prima di tutto quelle del realizzatore, come testimonia il suo titolo onorifico di miglior realizzatore di tutti i tempi a Marquette (Ncaa), dove ha militato anche Dwyane Wade, oggi una delle stelle più luminose del basket mondiale. La sua storia, però, parte da Chicago. E quindi anche la nostra. Jerel, è cresciuto in quella che viene chiamata “Windy City” ed era un ragazzino quando i Bulls di Michael Jordan dominavano la scena.

    È stato MJ ad influenzarla nel voler diventare un giocatore di basket?
    “Non si può negare che quei Bulls hanno avuto una certa influenza su di me, così come molti ragazzini della città specialmente in quel tempo, visto che vincevano titoli su titoli. Il basket è molto importante a Chicago, io andavo alle partite quando potevo, purtroppo non quanto avrei voluto, ma seguivo tutte le gare dei Bulls anche attraverso le tv locali”.

    Abbiamo accennato alla sua esperienza in Belgio, nella stagione 2009-10, che è finita con quella leggerezza che le costò una squalifica. Ma qual è il suo ricordo complessivo di quell’esperienza belga?
    “Si trattava del mio primo anno fuori dal college, la prima volta che in vita mia venivo pagato per giocare, e di certo ho dovuto abituarmi a molte cose. È stata un'esperienza importante per capire meglio come si vive all'estero, le differenze nel gioco, ma anche per sperimentare le differenze culturali. Interessante”.

    La sua esperienza al college è stata molto importante, come abbiamo detto, giocando nel college che fu di Wade e con compagni di squadra come Wesley Matthews, oggi in grande ascesa a Portland. Si aspettava più attenzione da parte della Nba, che nel 2009 non la scelse?
    “Certo, mi aspettavo molto di più. Ero al top nella nazione a livello realizzativo, per di più in un'ottima scuola e prendendo riconoscimenti nella mia conference (Big East, ndr). Ero un po' deluso, ma come in tutte le cose si cerca di andare avanti. Oggi mi ritengo fortunato perché posso giocare da professionista ad alto livello, finora ho sfiorato la Nba con Houston e New Orleans, ma giocare nella Lega rimane un grande obiettivo”.

    Il premio di giocatore difensivo dell'anno per la Big East nel 2007 dimostra che lei non è solo uno che ama avere la palla in mano.
    “A volte la gente si dimentica che la difesa è una parte importantissima del mio gioco. Certo, i punti sono importanti, ma anche lo è anche il non farne segnare ai miei avversari. È una cosa che mi porto dietro soprattutto dal mio secondo anno di college: come squadra volevamo essere solidi difensivamente, insieme ai miei compagni ce l’ho messa tutta”.

    Ha accennato a New Orleans, dove aveva firmato un contratto da 10 giorni nella scorsa stagione dopo aver giocato in D-League. Vi ha incrociato Marco Belinelli: cosa può dirci del nostro azzurro?
    “Ho semplicemente conosciuto e visto all’opera un ragazzo che lavora durissimo, sia in partita che in allenamento, e per questo lo rispetto molto”.

    Veniamo nel dettaglio alla sua squadra, Montegranaro: dopo aver lavorato qualche settimana con i compagni che impressione ha avuto?
    “Qui c’è un ottimo gruppo di giocatori, e ogni giorno di lavoro in palestra è utile per capire quanto possiamo crescere. La squadra mi piace molto, ci sono tanti veterani, gente che sa giocare per davvero a basket. Saremo competitivi”.

    Una volta preso atto che Edgar Sosa sarebbe stato fuori per tanto tempo, coach Drucker le ha proposto cose diverse per il suo utilizzo, visto che può giocare nei due ruoli di guardia?
    “Il coach vuole sempre giocare con due guardie che non siano solo tiratrici, ma che sappiano anche creare e prendere le decisioni giuste per i compagni. Lui mi ha chiesto solo di giocare in maniera aggressiva, e di trovare l’equilibrio giusto sia per segnare che per coinvolgere gli altri. Per vincere tutti dobbiamo salire di livello”.

    Quali sono le sue aspettative personali per questa stagione in Italia?
    “So di essere venuto in una Lega molto competitiva e in una società che ha un’ottima struttura. Io voglio avere un grande impatto in questa Lega, che per me rappresenta una grande sfida professionale. Il livello è alto, e lo so anche perché conosco molto giocatori che oggi sono qui e che ho incrociato tra college e D-League. L’obiettivo? Vincere il campionato. Ci vuole tanto tempo, tanto lavoro, ma penso davvero che possiamo giocarcela con tutti: non ci resta che provarci”.
     
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    La solita Siena punta al sei
    Lombardia all'inseguimento


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    La Montepaschi punta al record di scudetti consecutivi, ma Milano e Cantù sono in prima linea per rompere la strascia toscana



    MILANO, 7 ottobre 2011 - Porterà fortuna il 17 al campionato di serie A? Parte una stagione atipica, con un numero dispari di squadre e con l'incognita lockout Nba che ha cambiato parzialmente gli scenari di mercato e che, in prospettiva, potrebbbe portare ulteriori stravolgimenti. L'ultima serrata oltreoceano, nel 1998-99, fece approdare a Bologna l'allora prima scelta assoluta Michael Olowokandi che giocò, male, tre partite e se ne andò. A questo giro l'Italia, mentre Kobe Bryant sembra sempre più in miraggio, apre le braccia a Danilo Gallinari (che da sabato avrà il nuovo sito www.danilogallinari.it), accoglie David Andersen, sogna Andrea Bargnani e si gode qualche ballerina di seconda fila Nba che però nel nostro campionato potrebbe trovare una nicchia interessante.

    SIENA — Tutti dicono che sia la grande occasione europea della Mens Sana, ma di certo i toscani possono diventare la prima società italiana a conquistare sei scudetti consecutivi e per indole andranno sempre a pieni giri. Undici trofei consecutivi vinti in Italia, un allenatore con un record di 191 vittorie e 18 sconfitte in campionato (16-0 contro Teramo, avversaria nell'anticipo) e imbattuta al debutto da nove anni. Potremmo andare avanti a lungo, la concorrenza è più temibile che in passato ma nulla lascia intendere che la dittatura sia al tramonto.

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    MILANO — Sergio Scariolo torna in Italia, da campione europeo con la Spagna, dopo 15 anni e a distanza di 21 anni dal suo unico scudetto con Pesaro. Gallinari è la ciliegina su una torta pregiata che sembra destinata a riportare il grande pubblico al Forum di Assago e, curiosamente, è anche il solo giocatore a non avere nessun trofeo di squadra nella propria bacheca. L'Olimpia non vince nulla dal 1996, è ampiamente il digiugno record per il club più titolato d'Italia.

    CANTU' — Il coraggio delle ambizioni: il club brianzolo ha rinunciato alla certezza di un playmaker sicuro come lo statunitense Mike Green per puntare sull'azzurro Cinciarini e sul cavallo di ritorno Basile. Se la scommessa non pagasse i dividendi ne uscirà indebolita, ma solo chi vuole provare a vincere e non si accontenta del secondo posto ha il coraggio di osare. L'avventura italiana del bielorusso Parakhouski, escluso per turnover in Supercoppa, potrebbe finire prima di iniziare, al suo posto dovrebbe arrivare il giovane gigante georgiano Georgi Shermandini. Il doppio impegno campionato-Eurolega potrebbe essere impattante, ma la squadra pare lunga abbastanza per reggere l'urto.

    BOLOGNA — Kobe non Kobe, Ginobili non Ginobili. Dopo un precampionato di voli pindarici, il nuovo coach Alessandro Finelli riparte da un organico comunque di alto profilo. Terrell McIntyre se integro è una garanzia, Koponen e Sanikidze cercano la definitiva consacrazione e il lockout ha portato in dote Chris Douglas Roberts che si è accordato senza clausole di uscita. Il mix tra elementi in rampa di lancio (Moraschini) e in cerca di rilancio (Gigli) è intrigante.

    MONTEGRANARO — La disastrosa stagione passata ha lasciato strascichi in un organico rivoluzionato, ma non a livello di entusiasmo con il trasferimento della sede di gioco ad Ancona che potrebbe giustificare ambizioni e budget da alta classifica. Il q.i cestistico a disposizione di Drocker è spaventoso, a lui il compito di gestire qualche motore stagionato e la testa di McNeal che ha talento da vendere e che deve far dimenticare la sua prima infelice esperienza europea in Belgio.

    ROMA — Per anni è stata la grande incompiuta, ora sembra essere la grande ridimensionata. Organico ridimensionato, almeno come profondità, e trasferimento dal Palalottomatica al Palazzetto di viale Tiziano che è una coltellata per ambizioni e immagine. Lardo torna nel Lazio dopo la felice esperienza di Rieti ed è abituato a sorprendere però per evitare il naufragio dovrà farsi portare in porto dal tris d'assi slavo composto da Gordic, Dedovic e Dasic.

    PESARO — Stagione nuova, giocatori nuovi e filosofia vecchia. Anche quest'anno Dalmonte disporrà di una squadra dove si è guardato prima al talento e poi alla chimica. James White è la miglior assicurazione per accendere e affollare l'Adriatic Arena, Jumaine Jones è sempre meglio averlo a fianco che contro e poi il barometro starà nei progressi del giovane Traini e e di Daniel Hackett: l'azzurro è reduce da una grande stagione, ha voglia di vincere in esubero e dovrà diventare il leader - anche con l'esempio - di uno spogliatoio assai eterogeneo.

    TREVISO — L'ultima recita sotto la gestione Benetton ha un sapore un po' amaro, ma nessuno quanto Sasha Djordjevic è più adatto per fare in modo che sia solo l'antipasto di un futuro che deve ancora delinearsi. L'eventuale arrivo del passaporto italiano a Scalabrine (492 partite Nba, nessuno come lui in A) potrebbe permettere di allungare un reparto lunghi dove Adrien ha bisogno di aiuto. Cinque debuttanti inducono a pensare che la partenza possa essere laboriosa, a meno che Gentile non dimostri di potere fare già la differenza.

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    SASSARI — Fare un miracolo è difficile, ripeterlo quasi impossibile. Ma Meo Sacchetti, confermato fino al 2014, è abituato a vincere lo scetticismo. Se poi Travis Diener trovasse l'elisir per restare in salute tutta la stagione allora sarebbe facile scommettere che la magica avventura del 2010-11 possa ripetersi. White e Hunter non sono perdite secondarie, ma Quinton Hosley potrebbe essere una delle rivelazioni della stagione e Keith Benson potrebbe diventare molto intrigante se riuscirà a prendere le misure a un livello di gioco con cui non ha grande confidenza.

    VENEZIA — L'ultima arrivata, ma solo in senso temporale. Su un'asse esperta e affidabile sono stati aggiunti in corsa Tim Bowers e Szymon Szewczyk, giocatori che garantiscono ulteriore solidità. Mazzon, alla quinta squadra di A in carriera, ha 12 giocatori a disposizione, un elevato talento offensivo: se il patron Brugnaro volesse potrebbe anche aprire i cordoni della borsa e fare qualche regalo importante, ma per ora si proverà a continuare con la politica del passo alla volta.

    AVELLINO — Rivelazione della scorsa stagione, ma sembra passata un'eternità. Oltre a Szewczyk gli irpini hanno pero l'mvp della passata stagione Omar Thomas, il cui passaporto sloveno era falso e che, in maniera del tutto inspiegabile, non è mai stato squalificato dalla Fip e sarebbe a oggi tesserabile come statunitense. Recupera gli infortunati Troutman e Dean, punta sull'acerbo Gaddefors e inizia con Golemac a gettone aspettando un'ala multidimesionale che difficilmente sarà Martin Rancik.

    CREMONA — Lo scorso anno aveva fatto affari con l'usato sicuro, ora prende qualche azzardo in più con Tabu in regia e Wafer a fare da braccio armato. L'ex Celtic può fare i bagagli in caso di offerta Nba, ma la sua coesistenza con Mahoric potrebbe non essere tutta rosa e fiori. Il volto nuovo è il giovane Mazic, del vivaio di Treviso, il riciclo eccellente è quello del nazionale bosniaco Bavcic mentre ha fatto bene in preseason il carneade Thomas che è stato pescato in Germania dopo avere iniziato la sua carriera pro in Danimarca e Austria.

    VARESE — La squadra che aveva fatto tanto bene è stata parzialmente riverniciata all'insegna di un maggiore dinamismo ma l'idea tattica è rimasta simile. Stipcevic e Kangur dovranno salire in cattedra mentre Diawara e Garri sono chiamati al riscatto dopo un campionato sotto le aspettative. Il passaggio da Goss alla matricola Hurtt potrebbe essere traumatico, Ganeto ha l'occasione della vita dopo la tanta panchina fatta a Milano.

    TERAMO — Ritorno al passato con Amoroso e Brandon Brown che in Abruzzo hanno vissuto i giorni migliori. Dee Brown è un lusso a certi livelli e anche Trey Johnson (ai box e sostituito a gettone da Wanamaker) garantisce grande pericolosità. La squadra ha un grande potenziale offensivo, ma si gioca su 28 metri e per questo servirà che anche Green garantisca un apporto sostanzioso. Polonara è più di un rincalzo e il nazionale Borisov dovrà essere più di uno specialista sul perimetro.

    BIELLA — Giovani e aggressivi: la coppia di piccoli made in Usa composta da Pullen e Coleman, con Chessa primo cambio, dovrà garantire tanti punti e molta pericolosità. Il reparto lunghi con Jurak, Miralles e Dragicevic promette tanta legna e qualche giocata raffinata. Per ora Soragna dovrà fare gli straordinari nel ruolo di ala piccola che appare un po' scoperto.

    CASERTA — Sedici mesi fa era a una vittoria dalla finale scudetto, ora di quel gruppo sono rimasti solo Sacripanti e Doornekamp che è reduce da una stagione come straniero di scorta. E' un mix di nomi nuovi (Rose, Smith, Stipanovic) e di elementi desiderosi di rivincita (Righetti, Maresca, Collins): sulla carta non promette faville, ma il tecnico brianzolo è super nel gestire situazioni tecniche articolate.

    CASALE MONFERRATO — La fIlosofia del gruppo prima dei singoli è quasi esasperata, ma sicome ha pagato dei buoni dividendi non si cambia. Crespi, che mancava dal 2005 da una panchina di A, ha scelto rinforzi giovani (Temple ha 25 anni, Janning e Trapani 23, Dunigan 22) per poter plasmare la squadra a suo piacimento. Nel ranking parte dal fondo, la tradizione vuole che il suo destino sia tutt'altro che segnato.
     
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    La serie A riparte da Siena
    Ma Teramo è da applausi



    I campioni d'Italia vincono 75-67 in casa della Tercas, ma soffrono l'aggressività dei padroni di casa che restano in partita fino alla fine dopo essere stati anche a +7



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    Esordio ok per i pluritricolori (senza Lavrinovic, lasciato a riposo), ma dimenticatevi quelle gare con scarti in doppia cifra. Siena al momento, fa fatica. Vince, come con Teramo (67-75), perché è più forte e ha una panchina chilometrica, però per Pianigiani c’è ancora tanto da lavorare per portarla ai massimi livelli.
    LA GARA — Inizio timido per entrambe le formazioni. Stupisce soprattutto Siena che non riesce ad entrare subito in partita: attacca col freno a mano tirato, ha alcuni uomini (in primis McCalebb) che sembrano svogliati. E allora Teramo ci prova come è giusto che sia. Con l’aggressività di chi sa che non ha nulla da perdere, la voglia di riscatto di Amoroso, e l’incoscienza di Wanamaker, una guardietta da seguire in attesa del rientro dell’infortunato Trey Johnson. Così, il primo quarto fila via sul filo dell’equilibrio (15-16), mentre nel successivo i campioni sembrano andare in scioltezza. Sembrano, appunto. Perché sul +11 del 15’ (17-28, Kaukenas) Teramo è bravo a non affondare. Wanamaker e Amoroso (10 punti a testa al riposo), il duo delle meraviglie della Banca Tercas, lavora ai fianchi e sfianca la difesa senese, distratta come non mai. Arriva il -3 di fine secondo quarto, con Amoroso che sbaglia pure il -1. Segnali di affaticamento della Mps, si diceva. Che vengono fuori al rientro dal riposo lungo: i due Brown si scatenano, Brandon mette due triple, Dee un sottomano, seguito da Wanamaker. Punteggio 40-33 per Teramo in meno di tre minuti, da non credere. Ma è un vantaggio meritato, perché nel gioco e nell’aggressività gli abruzzesi non vanno mai sotto. Sul -7, è il solito Kaukenas a mettere dentro canestri preziosi: diventa il migliore realizzatore dei suoi con 12 punti, con lui c’è il -1 (48-47). Si riparte, allora, dal 51-50 di inizio ultimo quarto. Dove l’equilibrio viene spezzato da Aradori: due triple di fila valgono al 34’ il 56-63. Sette punti di vantaggio che stavolta Siena riuscirà a gestire, seppur sempre a fatica.

    Teramo: Amoroso 17, Wanamaker 16, Borisov 15.
    Siena: Aradori 15, McCalebb, Kaukenas 14
     
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    Lampi di Gallo, Milano vince
    Bologna bene anche senza Kobe




    Dinamo Banco di Sardegna Sassari-Novipiù Casale Monferrato 78-58
    Battesimo amaro per la Novipiù Casale Monferrato, che perde all’esordio in Lega A per 78-58 contro una Dinamo Banco di Sardegna guidata con autorità dal playmaker Travis Diener. Temple apre le danze con una tripla, Travis Diener gli risponde in copia e accende la gara. Al 5’ è 5-7. Hosley per la fuga (11-7), Crespi striglia i suoi, rotazioni, zona piemontese, Temple mette quattro punti in fila e alla prima sirena è 16-13. La Junior è attenta a rimbalzo, l’1/2 di Chiotti vale il -2. Gara tosta ma Sassari resta al comando. Crespi ributta dentro Dunigan, poi rimedia un tecnico ed è + 7 Sassari (26-19). I liberi di Drake Diener valgono il massimo vantaggio, 35-25, punteggio che accompagna le due squadre nello spogliatoio. Drake Diener costringe Janning alla quarta infrazione, quindi regala a “Kito” l’assist per l’inchiodata del 37-25. Si combatte dalla linea dei 6.75, tocco morbido di Hosley dalla media (42-31), Trapani prova a dare la scossa. Travis Diener è però inarrestabile: dispensa punti, assist e affonda Casale. L’ultimo periodo si apre sul 60-44. Due canestri di Metreveli per il 64-44 Dinamo, spinta anche dalla difesa. Casale ci prova ma è incapace di reagire. (Giovanni Dessole)
    Sassari: Diener T. 25, Hosley 13, Plisnic 9
    Casale: Temple 13, Trapani 10, Janning 9

    Canadian Solar Bologna-Virtus Roma 93-91
    Al supplementare esce la vittoria di Bologna, che si salva dal -5 del 39’ grazie a una tripla dall’angolo di Douglas Roberts, che impatta a quota 71 e all’errore successivo di Maestranzi. Nel prolungamento la Canadian usa bene il bonus dei falli infilando un eloquente 17/19 dalla lunetta che fa la differenza. I canestri di Homan, alla migliore prova italiana, e nel finale la freddezza di Koponen e Sanikidze surrogano la cattiva serata di McIntyre. Nel terzo quarto Bologna sembra volare via sul 57-50, ma Roma ritorna grazie ai canestri di Dasic e alle folate di Tucker. Tutto inutile per l’ex Lardo, che deve masticare amaro. In avvio è Roma a scattare decisa (3-9) sfruttando i voli di Dasic e le iniziali amnesie di McIntyre, il più atteso dopo il fantasma di Kobe Bryant. Il vantaggio della squadra ospite fa l’elastico, mentre i primi cambi non mutano l’inerzia da nessuna delle due parti. Bologna respira con 7 punti filati dell’esordiente Douglas Roberts, ma Roma riesce ad allungare nel secondo periodo grazie alla fiammata di Tucker che produce 12 punti in un amen. Così gli ospiti tornano a +6 (26-32) ma non hanno tenuta difensiva. I flash a zona non oscurano il canestro, anzi devono concedere tutto ai muscoli di Homan, che fattura 9 punti di potenza spingendo il rientro bolognese suggellato dalla tripla di Gailius, attaccante uscito dalla panca sparando un 3/3 su azione, col sorpasso 40-37 sulla sirena della pausa. (a.to.)
    Canadian: Homan 23, Koponen 14, Douglas Roberts 13, Sanikidze 13
    Roma: Dasic 22, Tucker 20, Datome 15

    Pepsi Caserta-Benetton Treviso 85-84
    Inizia con un sorriso il campionato della Pepsi Caserta, nonostante le difficoltà legate alle condizoni fisiche di Doornekamp e al mancato arrivo del passaporto comunitario di Collins. Dopo aver rischiato di sprecare un vantaggio di dieci lunghezze (79-69 al 37’), la Pepsi porta a casa la vittoria grazie alla freddezza di Rose, che non sbaglia i liberi decisivi. Primo quarto abbastanza soft e avaro di emozioni: solo un tentativo di fuga dei padroni di casa al 7’ (13-9). Nella seconda frazione Caserta ci riprova con Ciorciari e Stipanovic (27-20 al 12’), ma Treviso riesce a rientrare grazie ad Adrien che regge da solo l’attacco biancoverde, soffrendo però la rapidità in contropiede di Stipanovic. Proprio il lungo croato e Rose regalano il +10 a Caserta (38-28 al 17’). La fuga sembra compiuta, ma cinque punti consecutivi di Gentile riportano Treviso a contatto (40-38). La ripresa si apre con undici punti di Becirovic in sette minuti e Treviso è avanti (47-48 al 23’). È nell’ultima frazione che la partita entra nel vivo: la Pepsi riprende il largo (79-69) grazie a undici punti di Smith, ma il 2-11 di parziale trevigiano vale il pareggio di Adrien al 39’ (81-81). Bulleri non dà spazio a Collins e la Juve si affida a Rose, che prima segna il canestro del vantaggio (83-81), poi perde palla generando il contropiede che porta Treviso avanti con Becirovic (83-84), e infine subisce fallo a 4’’ dal termine regalando i primi due punti ai suoi. (Giuseppe Bernardo)
    Caserta: Smith 24, Collins 19, Stipanovic 14
    Treviso: Becirovic 20, Adrien 18, Scalabrine 16

    Vanoli Braga Cremona-Bennet Cantù 60-72
    Cantù torna a vincere all'esordio dopo tre anni di sconfitte, allungando a cinque l'analoga striscia negativa di Cremona. Il nono successo su nove di Trinchieri da ex arriva sul velluto, con una Bennet che si affida poco alle novità (19’ tra Basile e Lighty) e più alle proprie certezze, vedi i 51 punti dal quartetto Leunen-Mazzarino-Markoishvili-Micov. Cremona, con poche e confuse idee, si spegne dopo un secondo quarto all'arma bianca, con un Wafer fuori dai giochi e il solo Daniele Cinciarini, pungolato dalla sfida col fratello Andrea, realmente positivo. In un primo tempo a due facce, Cantù scatta dai blocchi giocando a memoria contro una difesa che, uomo o zona che sia, le concede canestri facili (70% da due nel primo quarto): il Leunen opaco della Supercoppa lascia spazio a quello perfetto dal campo che insieme all’arresto e tiro di Markoishvili costruisce l’8-22 del 10’. L'altro volto è quello italiano della Vanoli, che trova lucida follia correndo in transizione e con 10 punti dalla coppia D'Ercole-Cinciarini torna momentaneamente in partita (break di 14-2, 22-25 al 14’). A ricacciarla indietro sarà una Cantù dai ritmi più compassati, ben gestita dal suo Cinciarini, ma soprattutto un Mazzarino cinico dall'arco: sue le due triple che valgono il 29-40 dell'intervallo sul ritorno a zona di Cremona, sue le due triple nel terzo quarto che spingono la Bennet al +15' (47-62), mentre la Vanoli Braga si scioglie in un ultimo quarto da 4-18 dal campo. (Michele Talamazzi)
    Cremona: D. Cinciarini 13, Wafer 12, Milic 11
    Cantù: Leunen 15, Mazzarino 14, Micov 12, A. Cinciarini 12

    Fabi Shoes Montegranaro-Sidigas Avellino 85-76
    Bagna con un successo l'esordio in campionato al "PalaRossini" la Fabi Shoes Montegranaro. Un successo sancito in particolare nel finale, dopo 37' di sostanziale equilibrio contro un'Avellino tenace. La Sidigas paga oltremodo la doppia uscita per falli di Troutman e Dean, che fino a quel momento erano riusciti a mettere in difficoltà i marchigiani. Uomo copertina Zoroski, ultimo arrivato e al tempo stesso premiato come migliore in campo. Grandi ritmi sin dai primi minuti, con le squadre che faticano a trovare le giuste misure in difesa. Da una parte Troutman e Dean, dall'altra Brunner e Zoroski sono i giocatori che vanno a canestro con maggiore regolarità. Dopo l'ottima partenza di Avellino, Montegranaro trova il primo sorpasso dopo 2' con Ivanov (6-5). La squadra di Drucker fatica in particolare in difesa su Dean, ma resta comunque in partita grazie all'ottimo impatto sul match da parte di Zoroski, partito dalla panchina. Nel secondo periodo Vitucci ordina la zona, ma è proprio il play serbo a bucarla con facilità da tre punti (31-26 al 13'). Un botta e risposta dai 6,75 porta le squadre alla parità, 42-42 al 19' e 45-45 sulla tiro pesante di Antonutti a fil di sirena. Nel terzo periodo i ritmi si abbassano, crescono le difese e il punteggio si abbassa. Nell'ultimo quarto Avellino prova una piccola fuga con Golemac (+4 al 35'), ma è subito ripresa da Brunner e Karl. Nel finale Vitucci perde in un amen Dean (immarcabile con i suoi 25 punti) e Trotuman, mentre la Fabi trova i canestri di Zoroski e Kirksay per vincere la partita. (Aaron Pettinari)
    Montegranaro: Zoroski 19, Brunner 18, Di Bella 11, Karl 11.
    Avellino: Dean 25, Troutman 18, Green 12.

    Angelico Biella-Scavolini Pesaro 76-65
    Incassa subito due punti preziosi l'Angelico, che in una battaglia tra difese vince in volata dopo aver anche inseguito una Scavolini tradita da Jones, che avrebbe dovuto non far pesare l'assenza di White. Nel finale a decidere nell'ultimo minuto è una penetrazione di Soragna, che allontana i marchigiani ritornati sotto sul 65-63 dal 65-58. L'inerzia scivola via con Hickman che nell'azione successiva sciupa la palla perdendo l'equilibrio in palleggio. A quel punto ancora Soragna penetra e guadagna un fallo su Hackett, che però vorrebbe un fischio contrario. Dalla lunetta l'argento di Atene 2004 non sbaglia e l'Angelico porta a casa la vittoria. In evidenza anche l'esordiente Jacob Pullen, miglior marcatore della gara, capace di far girare la squadra in regia e segnare punti con penetrazioni ficcanti. Coleman si è confermato giocatore solido, mentre i lunghi biellesi hanno vinto anche la sifda a rimbalzo (Dragicevic 11). Cusin, Cavaliero e Hackett sono stati il meglio di Pesaro che ha avuto forse il torto di non allungare nel punteggio quando Biella, priva di Chrysikopoulos e Tavernari, ha dovuto eccedere nelle rotazioni nel terzo quarto (49-53). Esordio in serie A per Nicola Minessi, veterano, idolo della scalata biellese alla serie A. (Gabriele Pinna)
    Biella: Pullen 22, Coleman 16, Dragicevic 9
    Pesaro: Cusin 18, Hackett 16, Hickman 12

    EA7 MIlano-Cimberio Varese 89-75
    di Guido Guida
    Forum quasi esaurito, aria di grande festa, applausi e targa per il “debuttante” Scariolo. Poi si inizia e Varese spiega subito che non è qui a fare da damigella con due schiacciate devastanti di Hurtt e Diawara. Il francese è scatenato e regala 90 secondi di follia pura con 11 punti suoi per il 13-2 ospite dopo meno di tre minuti. La panchina di Milano è senza fondo e dopo pochi minuti sbuca anche Melli; il primo vero boato arriva dopo un coast to coast con schiacciata di Hairston per l’11-13. Dopo 5’58 tocca a Gallinari: il primo tiro del Gallo è una tripla e vale il 17-17, a ruota due liberi per il primo vantaggio Olimpia e altri due per il 21-18 di fine primo quarto. Per Danilo 7 punti, 11 di valutazione, parziale di 10-2 e valori rovesciati con lui in campo. Varese gioca un basket sbarazzino in cui la fiducia sul tiro da fuori è fondamentale; Milano ha la scritta “lavori in corso” stampata a caratteri cubitali, utilizza tutti e 12 gli effettivi nei primi 15 minuti e prova a fare le cose giuste faticando soprattutto nell’innescare i lunghi vicino a canestro. Al riposo EA7 avanti 44-40 e partita più che gradevole con Diawara scatenato a quota 21 (2/2 da 2 e 5/6 da 3): per chi era presente al match dello scorso anno (vinse Milano all’overtime dopo un match vietato ai puristi del gioco) sembra quasi un altro sport a tutto merito dei protagonisti attuali. La Cimberio può stare in partita solo con alte percentuali di tiro: l’avvio di ripresa è traumatico con 3 errori e due perse che Milano punisce con un 12-0 in due minuti: 56-40, entusiasmo alle stelle e anche Re Giorgio in piedi ad applaudire una squadra nata con l’obiettivo di vincere e l’imperativo di entusiasmare. L’ex Ganeto riporta Varese a -11 (62-51), giusto in tempo per un altro sprazzo di Gallinari: una stoppata, difesa dura, una tripla e con lui sul parquet è 73-55 al 30’. Ancora qualche minuto in campo, ma i giochi sono fatti e un po’ di rilassatezza nel quarto periodo che dimezza lo scarto è quasi fisiologica: Milano inizia alla grande, Varese è conscia di dovere vincere ben altre sfide e chi ha speso i soldi del biglietto può andare a casa soddisfatto. Inizia una nuova stagione, in tutti i sensi, sia per Milano sia – forse – per la pallacanestro italiana.
    Milano: Nicholas 16, Hairston 14, Gallinari 12
    Varese: Diawara 26, Stipcevic 13, Garri 9
     
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    Milano si arrende a Pesaro
    Siena manda k.o. Venezia



    Si sono giocati oggi i due anticipi della 2a giornata di serie A: Pesaro-Milano e Siena-Venezia.

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    Scavolini Pesaro-EA7 Milano 69-66 Una Scavolini incompleta ferma la corazzata Emporio Armani alla seconda di campionato, cogliendo i primi due punti della stagione. E' sorpresa grande all'Adriatic Arena (4.740 spettatori per un bel colpo d'occhio), Milano paga il fatto di avere alle spalle due sole settimane di allenamenti al completo e la Vuelle si rifà ampiamente del ko di Biella. Pesaro ha ingabbiato l'avversaria da subito nella sua tela ed ha condotto il match dal 4'. Non è stato un ritorno dolce per il coach del secondo scudetto pesarese Sergio Scariolo, osannato e salutato con tutti gli onori. Cori, striscioni, premi che lo hanno certamente emozionato. Alla Scavolini sembra quasi non pesare l'assenza di White, unita a quella di Traini. Pesaro è brillante, l'Emporio Armani (senza Viggiano) non trova il quintetto giusto e insegue. Gallinari si vede in campo a 4'12" dal primo intervallo, rilevando Fotsis, ma non incide. Con il gioco in velocità la Scavolini comanda le danze: 18-14 trascinata dalle frecce Hackett e Hickman che perforano l'area. Milano risponde con i tiri pesanti e all' 11' è ancora parità (20-20). I recuperi difensivi (23 totali) lanciano Pesaro sul 32-20 al 15', con Milano in rottura prolungata (break di 12- 0 Scavolini). Insomma, non c'è niente dell'inizio al fulmicotone auspicato da Don Sergio. Gli assalti dell'Emporio Armani vengono puntualmente respinti, un Jumaine Jones in ripresa dopo l'esordio chock infila i primi due punti in maglia Scavolini in chiusura di secondo periodo. A fare la differenza è la difesa dei padroni di casa, mentre Milano tira meglio da tre che da due punti. Nella ripresa la situazione non viene stravolta: 45-34 al 26', l'Emporio Armani è nervosa e poco lucida e il quarto fallo di Bourousis è un ulteriore guaio (Pesaro però ha problemi per tutto il match con le palette di Cavaliero e Cusin). Il record in negativo si manifesta quando gli ospiti segnano appena due punti in 9' di terza frazione, perdendo 7 palloni come nel secondo. Pesaro approfitta dell'abulia e scappa 49-34 in chiusura di terzo tempo. Cook e compagni non si sbloccano, 59-43 al 35'. Fotsis limita i danni, Pesaro soffre perché ha le rotazioni più corte. Milano prova a rientrare sul serio (63-56) a 44" dalla fine, si affida ai falli sistematici e con tre triple nelle tre azioni finali risale a meno 3 a 2" dal termine. Non bastano alla Scariolo band i 30 punti realizzati nell'ultimo quarto (nei tre periodi precedenti solo 36). (Camilla Cataldo)
    Pesaro: Hickman 20, Hackett 17, Cavaliero 11.
    Milano: Hairston 14, Fotsis 12, Gallinari, Cook e Nicholas 8.

    Montepaschi Siena-Reyer Venezia 86-76 La Montepaschi onora il ritorno in Serie A di Venezia dopo 17 anni conquistando, anche se solo per 24 ore, il primo primato solitario della stagione, in attesa dei risultati della domenica. Ma Siena, ancora coi lavori in corso a quattro giorni dal debutto in Eurolega, deve sudarsela fino in fondo contro una Reyer che ha poco della matricola e molto della squadra consapevole dei propri mezzi, certo superiori alla lotta salvezza. Forte anche di un roster di valore almeno nei primi sei-sette elementi della rotazione, Venezia se l'è giocata senza timori reverenziali da subito, mettendo la testa avanti quattro volte nel primo quarto e mezzo, la prima già dopo 2'30''. Clark dà una marcia in più, e le triple sue e di Bowers sostengono l'Umana (8-10 dopo 150'', 17-19 al 9'), mentre di là la Montepaschi va molto dai suoi pivot, in avvio da Andersen. Siena però riesce a dare il cambio di ritmo quando entra Zisis, così razzente nell'attaccare il canestro che pare McCalebb e autore di 13 punti in 11'. Con lui e Kaukenas ad attaccare il ferro, anche prima che la difesa si schieri, la Montepaschi trova le risposte migliori alla ''3-2'' di Mazzon, che altrimenti la costringe a tante perse (9 al riposo): con la firma dei suoi esterni arriva il 13-2 in tre minuti per scappare 37-27 al 18', mantenendo il divario fino all'intervallo. Quando Siena rientra dagli spogliatoi appoggiandosi di nuovo ad Andersen, sul 47-33 Venezia riesce a evitare che cedano gli argini aggrappandosi alle triple, di Clark (58-50 al 27') e di uno Slay a suo agio contro Summers, 13 punti nel solo terzo periodo. Per restare avanti, Siena prima pesca tre triple, poi si affida al mestiere di gente come Ress, Carraretto, Zisis, Kaukenas e Lavrinovic, ma - attingendo al quinetto con tre palleggiatori McCalebb-Zisis-Kaukenas - deve aspettare che escano per falli prima Szewczyk e poi Bryan prima di assicurarsi che la Reyer non rientri oltre il -10. (Giuseppe Nigro)
    Siena: Zisis e Andersen 16, McCalebb 13, Kaukenas 11, Lavrinovic 10.
    Venezia: Clark 23, Slay 19, Bryan 10.
     
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    Impresa Caserta a Siena
    Cantù resta sola in vetta




    Dopo la vittoria di Avellino nell'anticipo di ieri, si completa il programma della terza giornata di Serie A. Scavolini Pesaro a riposo. Siena in campo alle 20.30 contro Caserta.
    EA7 MIlano-Canadian Solar Bologna 79-64

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    Milano batte Bologna davanti a 7500 spettatori e sciorina il suo campionario smisurato per la Serie A: l’aggressività iniziale di Gallinari, le triple ritrovate di Nicholas nel secondo quarto, l’impatto anche difensivo dei centimetri di Bourousis a inizio ripresa, gli assist di Cook e la rapidità di Fotsis per chiudere la partita. La Virtus, invece, si perde nell’inconsistenza di Douglas Roberts (8 punti) immediatamente disinnescato da Gallo (anche lui 8, ma con 8 rimbalzi e 3 assist), nel tempo che passa anche per McIntyre (che perde la sua prima partita contro Milano dopo 22 sfide tra Reggio e Siena), nella poca finezza tecnica di Homan che, messo sotto fisicamente dai lunghi di Milano, non trova un modo per evitare la figuraccia (chiude con 3/14). Si salvano solo Poeta, e un pochino Koponen e Sanikidze in una gara che l’EA7 chiude a metà del terzo quarto. Gallinari parte ancora in quintetto, cerca di continuare ad aggredire gli avversari a tutto campo in un uno contro uno, tattica che col Maccabi gli aveva fruttato 16 tiri liberi: gli va bene all’inizio, quando Milano va 12-4 con un paio di canestri facili di Bourousis, poi però le iniziative si trasformano in palle perse. La Virtus inizia orribilmente al tiro (2/14 da 2 nel primo quarto, 3/18 totali), ma con Poeta cambia marcia. Due triple di Peppe (segna 9 punti nel primo tempo con 3 assist) e una spruzzata di zona producono l’11-2 che porta Bologna in vantaggio (12-13 all’11’). L’impatto di Hairston viene annacquato dalle palle perse (3 nei suoi primi 13’ in campo), e ci vogliono gli 8 punti di Nicholas nel secondo quarto con 2 triple (dopo tre errori che hanno portato il suo scout a 2/18 in tre gare) a ridare l’abbrivio all’Emporio Armani (37-28). Bologna, sbloccata dal quasi 60% al tiro del secondo quarto, riparte col piano partita ma i risultati sono identici all’avvio. I buoni propositi, come la gara della Virtus, si infrangono sui tre errori di Homan costretto a alzare la parabola del tiro contro i centimetri di Bourousis, mentre Douglas Roberts sbatte ancora contro la difesa di Gallinari e combina solo disastri. Situazioni che permettono a Milano di alzare il ritmo con contropiede mirabilmente concretizzati dagli assist di Cook (9 alla fine con 7 rimbalzi) e dalla velocità di Fotsis. E quando Gallo in no-look serve proprio il taglio di Cook che si mangia McIntyre, la sfida è virtualmente conclusa (57-39 al 26’). Adesso c’è il Real a Madrid. L’asticella si alza.
    Milano: Fotsis 15, Hairston 13, Bourousis 12
    Bologna: Koponen 14, Poeta 11, Sanikidze 10

    Cimberio Varese-Novipiù Casale Monferrato 72-64
    Per ribaltare l’inerzia di un match a lungo caratterizzato dal ritmo lento che coach Crespi voleva per la sua Casale, la Cimberio ha dovuto faticare fino in avvio di ultimo quarto (52/53 ancora al 31’). Con Fajardo (7/12 al tiro, 6 rimbalzi e 16 di valutazione) diventato perno offensivo di un quintetto che, dopo aver a lungo litigato col canestro anche dall’arco (4/15 nelle triple di squadra all’intervallo lungo), trova finalmente gioco interno, Varese piazza un break di 14-4 intorno al 35’. Un parziale che costringe la neopromossa Novipiù a rimandare ancora l’appuntamento con la prima vittoria nella massima serie. Un successo della squadra di casa frutto anche della reattività che Kangur, una volta messe da parte le preoccupazioni per il mal di schiena che lo aveva limitato in settimana, ha gettato sul parquet per offrire al momento giusto, insieme a Diawara, preciso (4/7) ma piuttosto discontinuo, quell’intensità difensiva necessaria così da chiudere i varchi che l’esterno Usa Temple (19 di valutazione e 6 assist) aveva fino ad allora saputo cavalcare. Per sopperire alle troppe palle perse (22 alla fine) di una partita giocata con lucidità per troppi pochi minuti, la Cimberio ha poi potuto contare su un dominio a rimbalzo (39 a 22) frutto anche della “leggerezza” di Dunigan (qualche palla strappata all’anello non basta per rimediare all’inconsistenza in attacco: 1 solo canestro) messo sotto, oltre che dal già citato Fajardo, pure da un Talts efficace (7 rimbalzi per l’estone). (Antonio Franzi)
    Varese: Fajardo 16, Kangur 12, Diawara 11
    Casale Monferrato: Temple 18, Janning 9, Malaventura 9

    Vanoli Cremona-Banco Sardegna Sassari 89-92
    A Sassari serve tutta la freddezza dei cugini Diener per sbancare Cremona negli istanti finali, dopo 40’ in controllo grazie alle difficoltà difensive della Vanoli, specie contro gli esterni sassaresi (58 punti tra i due Diener e Hosley) e i rimbalzi d’attacco concessi, ben 15. Il sospiro di sollievo Sacchetti lo ha tirato però solo quando Drake Diener stoppa Cinciarini sulla sirena, perché nel gioco a strappi dell’avvio e della fine Sassari ha rischiato di rimanere scottata. Nel giorno del ritorno al PalaRadi dell’ex presidente Secondo Triboldi, Cremona parte male con Wafer che subisce Hosley in post basso (0-9 al 2’), ma si rialza con la produttività dei lunghi (25 punti della coppia Milic-Perkovic all’intervallo) in un secondo quarto di break (13-2 Cremona, 34-26 al 13’, 10-2 Sassari, 36-36 al 15’). Sassari si giova della gestione dei ritmi anche nel 3° quarto nonostante i problemi di falli, trovando anche segnali di ripresa da Benson; Cremona risponde con 6 punti dell’esordiente Kuzminskas (65-69 al 30’), ma concede 8 rimbalzi offensivi in 10’ e regala 11 tiri liberi, oltre ad uno statunitense, visto che Thomas è ancora ai margini. Wafer prova a caricarla nel quarto conclusivo, riportandola a contatto due volte prima di perdere il possibile pallone decisivo a 27” per infrazione di passi, sull’87-90: da lì parte il fallo sistematico, Travis Diener lascia aperta una speranza con l’unico suo errore dalla lunetta, ma il cugino Drake la spegne stoppando Cinciarini sulla sirena.
    Cremona: Wafer 23, Milic 20, Perkovic 19
    Sassari: D. Diener 23, Hosley 20, T. Diener 14

    Fabi Montegranaro-Virtus Roma 67-76
    Sono Datome e Tucker gli eroi per Roma che esce trionfante dal PalaRossini di Ancona grazie ad una prestazione attenta e determinata. I loro canestri ripetuti negli ultimi due minuti di gioco hanno praticamente gelato la Fabi, mandandola fuorigiri. Decisiva la fisicità della squadra giallorossa sotto canestro, con Crosariol e Slokar che hanno costretto Brunner all'uscita per falli. Si inizia subito a ritmi altissimi con Maestranzi, ex di turno, che imbecca puntalmente Slokar dentro l'area per i primi due punti del match. La Fabi risponde con Ivanov, perde Kirksay (disotrsione al ginocchio sinistro dopo appena 2'30" di gioco), ma resta comunque incollata (10-11 al 5'). Coach Lardo a quel punto prova la zona per cercare di stringere gli spazi sotto canestro e sfruttare gli errori in fase di impostazione di Montegranaro (7 palle perse nei primi 10'). Ed è proprio questa l'arma che permette di scavare un primo break (8-0) grazie alle triple di Datome (ottimo nel primo tempo) e Dedovic. Tuttavia la squadra di Drucker non si sfalda e grazie al grane cuore e determinazione di capitan Di Bella si porta prima a -1, poi trova il sorpasso con un tiro pesante a fil di serna che chiude il secondo quarto. Nel terzo periodo Roma prova a scappare ulteirormente con Maestranzi e Dedovic (39-46 al 27') ma Zoroski ricuce lo strappo fino al sorpasso nel quarto periodo (55-53 al 34'). Ma a festeggiare è però la Virtus, trascinata in particolare da Datome (26 punti ed migliore in campo), grazie alle triple che hanno deciso la partita. (Aaron Pettinari)
    Montegranaro: Karl 12, Zoroski 11, McNeal 10, Di Bella 10
    Roma: Datome 26, Dedovic 17, Tucker 10

    Angelico Biella-Tercas Teramo 69-67
    L'Angelico si salva in extremis, graziata dal ferro del proprio canestro sui tiri della possibile vittoria di Amoroso e Wanamaker. Dopo aver dominato il primo tempo, Biella ha cominciato il terzo quarto sul 42-22, dando l'impressione di avere la partita in mano. Tre triple consecutive teramane, però, hanno aperto una breccia che ha finito per diventare una vera e propria crepa nel rendimento Angelico, con la paura di perdere che ha fatto commettere diverse forzature all'attacco di coach Cancellieri. La Tercas ha cominciato a crederci, firmando la rimonta a 33" dalla sirena con un buon movimento di Amoroso nell'area piccola (66-67). Gli ha risposto subito Miralles, migliore dei suoi con Pullen, e nuovo vantaggio biellese 68-67. Poi negli ultimi tre secondi, intervallati da un libero segnato e uno sbagliato di Coleman e un time out teramano, è successo di tutto. Per sfortuna di coach Ramagli, che tornava per la prima volta a Biella e stava per fare il grande colpo dell'ex dopo aver ricevuto premio, applausi e cori nel pre gara. Partita dai due volti, con Biella dinamica, reattiva e vincente in tutti i duelli nella prima frazione e Teramo che ha vinto gli ultimi due quarti, pagando con la sfortuna finale al tiro lo scotto di aver cominciato a giocare solo nella ripresa. Quasi mai paga dividendi. (Gabriele Pinna)
    Biella: Pullen 14, Miralles 14, Coleman 12
    Teramo: D. Bronw 18, B. Brown 12, Amoroso 10, Cerella 10

    Umana Venezia-Bennet Cantù 76-80
    L’Umana sfiora l’impresa davanti a 4300 spettatori, Cantù passa al PalaVerde di Treviso solo nell’ultimo minuto dopo aver visto lo spettro della prima sconfitta in campionato .Parte aggressiva la Bennet, Umana a zona, Cantù impone centimetri e fisicità (1-6 al 3’). L’Umana paga l’emozione dell’esordio casalingo, squadre aggressive, Cantù che colpisce con chirurgica precisione (7-13). Scekic è un teorema insoluto per l’Umana, i centimetri di Shermadini fanno male (20-25). Cantù alza l’intensità difensiva all’inizio del secondo quarto, l’Umana sprofonda (21-36 al 15’) non trovando più la via del canestro. Rientra Slay, Venezia si riaccende (29-36), Clark è devastante in attacco (37-39 al 19’), Venezia è viva (40-41 all’intervallo). Sull’onda dell’entusiasmo l’Umana riparte (47-43), Bennet in difficoltà contro la difesa granata. Partita in equilibrio. Cantù risale con Shermadini (51-51 al 27’), nonostante sia gravato di 4 falli. Terzo quarto alla pari, Bennet sempre avanti (55-59). Ultimo quarto che comincia nel segno di Young (60-62), la replica di Micov è devastante (60-67 al 32’). L’Umana ha sette vite, Szewczyk e Bowers mettono a nudo la difesa brianzola (66-67), il sorpasso è di Young (68-67). Cantù gira a folle per 5’ in attacco, Basile rianima la Bennet (70-70). Szewczyk firma il +3 sulla sirena (76-73), Cantù è aggrappata a Basile (76-75), poi Leunen punisce la “dormita” della difesa granata (76-77) a 25” dalla fine. Venezia si affida a Slay, tiro sul ferro, è finita. (Michele Contessa)
    Venezia:Bowers 20, Szewczyk 16, Young 14
    Cantù: Basile 19, Micov 12, Sckekic 12

    Montepaschi Siena-Pepsi Caserta 65-69
    Colpo della Pepsi, che espugna il campo di Siena stordendo i campioni d'Italia con una zona che ne annebbia l'attacco, paludandolo a soli 65 punti. Scappata così a +11, Caserta ha la freddezza di chiuderla quando nell'ultimo minuto la Montepaschi in rimonta torna in parità. La firma a sorpresa, insieme ai guizzi di Collins e al gran terzo quarto di Smith, è quella a sorpresa di Stipanovic: suo il canestro per ricacciare indietro i toscani nel finale, con Righetti a chiudere dalla lunetta. In avvio Caserta riesce a resistere alle danze a centro area di David Andersen, snaturando Siena con le sue zone. Costretta a leggere, Siena più che perdere pulizia in attacco si dimentica di rientrare in difesa, così in campo aperto Collins (9 punti nei primi 9') e un pimpante Maresca allungano addirittura sull'8-14 a metà primo quarto. Poi però col primo giro di rotazioni e l'ingresso mentale in partita di McCalebb con le giocate in campo aperto, la Montepaschi piazza il 20-6 di parziale che la lancia 28-20 al 15', parzialmente ricucito fino al -2 prima del riposo dalla Pepsi quando abbassa il quintetto. Al rientro in campo la Pepsi irretisce di nuovo Siena, ma stavolta scappa anche: con la Montepaschi 5' senza segnare, sfidata alle triple e improduttiva ora con Andersen, trascinata da Smith (11 punti nel terzo quarto) Caserta piazza il 9-0 per andare 35-37 al 25', poi fugge sul 41-48 al 28' e addirittura oltre la doppia cifra fino alla tirpla del 51-62 di Collins a metà ultimo quarto. Rimettendo Aradori e Ress, e col risveglio dei vecchi leoni McCalebb, Kaukenas e Stonerook, Siena sulla disperazione cuce il 9-0 per rientrare e per impattare la gara sul 65 pari a 30'' dalla fine con Aradori. Ma Stipanovic sblocca la Pepsi e, se con 8 secondi ancora da giocare Stonerook sbaglia il tiro da tre punti, Righetti è invece freddissimo a chiuderla dalla lunetta per certificare il colpo casertano.
    Siena: Kaukenas 15, McCalebb 14, Aradori 12
    Caserta: Collins 18, Smith 16, Stipanovic 15

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    BASKET, PRIMO STOP PER CANTÙ
    La Bennet sconfitta in casa da Pesaro

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    Dopo tre vittorie di fila Cantù incassa la prima sconfitta stagionale. Nell'anticipo del quarto turno della serie A di basket, debacle a sorpresa per la Bennet, che al PalaPianella cede per 71-66 alla Scavolini Siviglia Pesaro, protagonista di una grande rimonta. Sugli scudi Cavaliero (17 punti e 5 assist) e Hackett (15+4), oltre a Hickman (12 punti), mentre a Cantù, che resta in vetta, non bastano i 12 punti a testa per Markoishvili e Micov.

    Avanti 23-10 dopo il primo quarto e sul +10 all'intervallo lungo, il quintetto di Trinchieri subisce il ritorno degli ospiti, che si presentano a tre lunghezze di distacco nell'ultimo periodo, trovando poi il sorpasso con Hackett e Cavaliero (7-0 di parziale, 50-54). Cantù prova a ricucire lo strappo, ma ogni volta che si avvicina Pesaro scappa via di nuovo, conducendo in porto la seconda vittoria in tre gare.
     
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    BASKET: SIENA SOFFRE MA VINCE
    Campioni di misura a Biella

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    Segnale da Biella: la corazzata Montepaschi Siena vince, ma si conferma più attaccabile rispetto al passato. Dopo il ko casalingo di una settimana fa con Caserta, i campioni rischiano grosso anche sul parquet dell'Angelico e la squadra di Pianigiani si impone di misura per 70-67. La sconfitta di Cantù nell'anticipo e le vittorie di Milano (+28 a Sassari), Varese (overtime su Roma), Avellino e Caserta creano un gruppone in testa alla classifica.

    E' vero che Siena non è abituata a sbagliare per due volte di fila, però è altrettanto vero che, almeno per questa stagione, la Montepaschi dovrà dimenticare il dominio degli ultimi anni. Dopo la sconfitta casalinga di una settimana fa a Caserta, i biancoverdi rischiano grosso anche in uno dei match clou della quarta giornata d'andata: sul parquet dell'Angelico Biella, il quintetto di Pianigiani si impone di misura per 70-67 al termine di un ultimo quarto emozionante e dopo aver subito nel terzo periodo la rimonta dei piemontesi, che con un parziale di 20-13 si rimettevano decisamente in corsa (52-52). I 27 punti di Coleman, tra i padroni di casa di Cancellieri, non fanno la differenza, non come i 19 di McCalebb, il piu' prolifico tra i toscani che portano in doppia cifra anche Zisis e Kaukenas (10 a testa).

    Nella classica del PalaTiziano, la Cimberio Varese si impone in volata per 76-74 sulla Virtus Roma nonostante i 17 punti, tra gli uomini di Lardo, di Tucker, il top-scorer della serata (16 di Diawara tra i biancorossi di Recalcati). Soffre ma alla fine fa festa la Canadian Solar Bologna, che sul campo amico della Unipol Arena ha la meglio per 80-78 della Vanoli Braga Cremona, che puo' consolarsi solo per la super prestazione di Wafer (31 punti in 32 minuti di impiego e 31 di valutazione). Dopo aver sgambettato Siena, la Pepsi Caserta non si rilassa e al PalaMaggio' mette sotto la matricola Novipiu' Casale Monferrato: i campani, gli unici ancora imbattuti, prendono il largo gia' nel secondo parziale e all'ultima sirena fissano lo score sul 67-52 con 19 punti di Fletcher e 17 di Collins.

    Prima affermazione casalinga per l'Umana Venezia, che al PalaVerde batte 72-62 la Fabi Shoes Montenegro con 22 punti di Szewczyk. La Sidigas Avellino conferma il suo ottimo momento andando ad espugnare il PalaScapriano, la tana di una Banca Tercas Teramo superata per 71-57 con 15 punti a testa di Green e Slay. Nel posticipo, bella prestazione dell'Emporio Armani Milano, che passa sul parquet sempre ostico del Banco di Sardegna per 88-60 con 17 punti di Hairston (20 di Hosley tra i padroni di casa). Ha riposato la Benetton Treviso.
     
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