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[Topic Ufficiale] Serie A 2011/2012

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    Serie A, anticipi e posticipi
    Si (ri)comincia con Milan-Lazio



    Sarà la partita che inaugurerà il campionato. Palermo-Inter chiuderà in notturna la seconda giornata. Stabilito il calendario fino alla 14/a



    In attesa della firma del contratto collettivo e dell'accordo tra club e Assocalciatori, la Lega di Serie A ha diffuso il calendario degli anticipi e dei posticipi del massimo campionato, dalla 2/a alla 14/a giornata d'andata. Ad aprire il campionato, se rientrerà lo stop, sarà Milan-Lazio in programma venerdì 9 settembre alle 20.45. Rossoneri e biancocelesti anticiperanno per i rispettivi impegni in Champions ed Europa League.
    Venerdì 9 settembre 2011 ore 20.45 Milan - Lazio
    Sabato 10 settembre 2011 ore 20.45 Cesena - Napoli
    Domenica 11 settembre 2011 ore 12.30 Juventus - Parma
    Domenica 11 settembre 2011 ore 20.45 Palermo - Inter

    DALLA TERZA IN AVANTI — 3/a giornata
    Sabato 17 settembre 2011 ore 18 Cagliari - Novara
    Sabato 17 settembre 2011 ore 20.45 Inter - Roma
    Domenica 18 settembre 2011 ore 12.30 Atalanta - Palermo
    Domenica 18 settembre 2011 ore 20.45 Napoli - Milan

    4/a giornata
    Martedì 20 settembre 2011 ore 20.45 Novara - Inter
    Giovedì 22 settembre 2011 ore 20.45 Roma - Siena

    5/a giornata
    Sabato 24 settembre 2011 ore 18 Bologna - Inter
    Sabato 24 settembre 2011 ore 20.45 Napoli - Fiorentina
    Sabato 24 settembre 2011 ore 20.45 Milan - Cesena
    Domenica 25 settembre 2011 ore 12.30 Chievo - Genoa
    Domenica 25 settembre 2011 ore 20.45 Parma - Roma

    6/a giornata
    Sabato 1 ottobre 2011 ore 18.00 Roma - Atalanta
    Sabato 1 ottobre 2011 ore 20.45 Inter - Napoli
    Domenica 2 ottobre 2011 ore 12.30 Novara - Catania
    Domenica 2 ottobre 2011 ore 20.45 Juventus - Milan

    7/a giornata
    Sabato 15 ottobre 2011 ore 18.00 Catania - Inter
    Sabato 15 ottobre 2011 ore 20.45 Napoli - Parma
    Sabato 15 ottobre 2011 ore 20.45 Milan - Palermo
    Domenica 16 ottobre 2011 ore 12.30 Cesena - Fiorentina
    Domenica 16 ottobre 2011 ore 20.45 Lazio - Roma

    8/a giornata
    Sabato 22 ottobre 2011 ore 18 Fiorentina-Catania
    Sabato 22 ottobre ore 20.45 Juventus-Genoa
    Domenica 23 ottobre ore 12.30 Lecce-Milan
    Domenica 23 ottobre ore 20.45 Bologna-Lazio

    9/a giornata
    Martedì 25 ottobre ore 20.45 Juventus-Fiorentina
    Giovedì 27 ottobre ore 20.45 Palermo-Lecce

    10/a giornata
    Sabato 29 ottobre ore 18 Catania-Napoli
    Sabato 29 ottobre ore 18 Roma-Milan
    Sabato 29 ottobre ore 20.45 Inter-Juventus
    Domenica 30 ottobre ore 12.30 Siena-Chievo
    Domenica 30 ottobre ore 20.45 Cagliari-Lazio

    11/a giornata
    Sabato 5 novembre ore 18 Palermo-Bologna
    Sabato 5 novembre ore 20.45 Novara-Roma
    Domenica 6 novembre ore 12.30 Genoa-Inter
    Domenica 6 novembre ore 20.45 Napoli-Juventus


    12/a giornata
    Sabato 19 novembre ore 18 Inter-Cagliari
    Sabato 19 novembre ore 20.45 Napoli-Lazio
    Sabato 19 novembre ore 20.45 Fiorentina-Milan
    Domenica 20 novembre ore 12.30 Bologna-Cesena
    Domenica 20 novembre ore 20.45 Roma-Lecce.

    13/a giornata
    Venerdì 25 novembre ore 20.45 Udinese-Roma
    Sabato 26 novembre ore 18 Lecce-Catania
    Sabato 26 novembre ore 18Novara-Parma
    Sabato 26 novembre ore 20.45 Lazio-Juventus
    Domenica 27 novembre ore 20.45 Milan-Chievo.

    14/a giornata
    Venerdì 2 dicembre ore 20.45 Genoa-Milan
    Sabato 3 dicembre ore 20.45 Napoli-Lecce
    Sabato 3 dicembre ore 20.45 Inter-Udinese
    Domenica 4 dicembre ore 12.30 Catania-Cagliari
    Domenica 4 dicembre ore 20.45 Parma-Palermo.

    Edited by March50™ - 21/9/2011, 14:00
     
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    ARBITRI: ROCCHI PER MILAN-LAZIO


    Sarà Gianluca Rocchi a dirigere il primo big match della stagione fra Milan e Lazio. Per l'Inter, in trasferta a Palermo, c'è Brighi. Ma ecco la designazioni complete della seconda giornata di Serie A: Catania-Siena: Banti; Cesena-Napoli: Bergonzi; Chievo-Novara: Peruzzo; Fiorentina-Bologna: Guida; Genoa-Atalanta: Rizzoli; Juventus-Parma: Celi; Lecce-Udinese: Damato; Milan-Lazio: Rocchi; Palermo-Inter: Brighi; Roma-Cagliari: Gava.
     
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    Cassano riprende la Lazio
    Spettacolo a San Siro: 2-2



    Splendido inizio di campionato: Klose e Cisse gelano il Milan, ma il barese ispira Ibrahimovic e poi pareggia



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    Allegri ci vede bene e scegliendo Antonio Cassano al posto di Pato, evita al Milan di uscire dal suo esordio in campionato con una sconfitta contro la Lazio. I rossoneri, clamorosamente sotto di due gol dopo soli 21’ di gioco, rivedono la luce grazie al barese che serve l’assist a Ibra per accorciare le distanze e segna la rete del pareggio. Una sfida spettacolare con molte lacune: un Milan ancora da regolare e una Lazio ingenua che può riservare molte sorprese al campionato.

    TUTTI I NUOVI — FantAntonio con Ibra e Alberto Aquilani a centrocampo. Miroslav Klose aquila solitaria, supportato da un magnifico trio: Mauri, Hernanes, Cisse. Tutto il nuovo di Milan-Lazio. Partenza romana con scatto da centometrista, ma è il Milan a sfiorare il gol al 5’, dopo un fendente dalla distanza di Ledesma: un tiro svirgolato di Boateng, servito da Cassano, poco dentro l’area di rigore. Incredibile il gol che Aquilani si divora all’8’ dopo uno splendido triangolo con Ibra. Bravo però Bizzarri a chiudergli lo specchio della porta e respingere con il corpo. La Lazio replica con Mauri che mette in mezzo all’area piccola dalla destra, ma Klose e compagni arrivano in ritardo sulla palla.
    SCONCERTO NESTA — La partita è bella e veloce. E la Lazio ci sguazza che è un piacere. Al punto da passare cinicamente in vantaggio al 12’. Mauri serve Klose in area; il tedesco effettua un meraviglioso controllo-dribbling e con un guizzo scarta sulla sinistra Nesta poi impallina imparabilmente Abbiati. Splendido il gesto del marpione tedesco; inquietante quello del difensore rossonero che al 18’ esagera, scontrandosi al limite con Gattuso, e spianando la strada a Cisse. Abbiati respinge il tiro del francese sui piedi di Klose che conclude a lato d’un soffio. Il Milan è in bambola, sbanda e perde anche Gattuso (abbattuto nello scontro da Nesta, si acutizza un problema alla vista emerso anche nei giorni scorsi) che lascia il posto a Van Bommel. Il crollo è verticale; i rossoneri faticano ad arginare una Lazio sicura del fatto suo, abile sulle fasce e capace di sfondare centralmente. Il raddoppio, questa volta di testa di Cisse su assist di Mauri, è un gioiello. Un gigante il francese al cospetto di Nesta che infila il secondo tragico errore e si fa superare in elevazione.


    CI PENSA CASSANO — Due castronerie sono davvero troppe. Allegri perde il suo aplomb e trasmette adrenalina e rabbia alla squadra. La reazione arriva al 29’ quando Cassano regala a Ibra l’assist per l’1-2. Palla dalla destra e facile tap-in dello svedese. Al 33’ Boateng mira il primo palo e Bizzarri si supera deviando in angolo. Quello che permette a Cassano di pareggiare. Dalla bandierina batte Aquilani; il barese anticipa di testa Zauri e infila nell’angolo più lontano, confermando il suo stato di grazia. Ma al 36’ Hernanes lancia un messaggio chiaro: non ci arrendiamo. Fallisce però il 3-2 con un piattone senza senso all’altezza del dischetto del rigore. Radente la traversa, invece, il tiro dal limite di Van Bommel al 45’.

    ASSE IBRA-FANTANTONIO — Spettacolo a parte, il primo tempo lascia in eredità un mix di intraprendenza e follia, ma anche squadre ancora in fase di allestimento; difese allegre comprese. Ma che bello il palo sfiorato al 2’ della ripresa da Cassano, dopo un passaggio filtrante e chirurgico di Ibra. Che si ripete per Boateng pronto a immolarsi in tuffo di testa, col rischio di rimetterci una spalla. Gioca di più il Milan, mentre la Lazio dà sempre la sensazione di poter giocare un brutto scherzo. Cisse con la sua fisicità è una mina vagante; Klose attende al varco come farebbe Inzaghi. Ma il Milan vuole i tre punti e pressa con furore. Ibra al 18’ mette sui piedi di Cassano una palla pazzesca; il fantasista prende la mira e colpisce il palo. Al 19’ Antonio innesca Boateng: esterno destro e smanacciata di Bizzarri. La Lazio, che non è più quella dle primo tempo, vive sul filo del rasoio: contropiede veloci e ficcanti. E al 21’ è l’orgoglio di Nesta a salvare la patria, impedendo a Cisse di scaricare a porta vuota, dove avere superato Abbiati. Entrano Nocerino per Aquilani e Gonzalez per Klose. Spazio anche per Pato (fuori Boateng) e Lulic (out Mauri), ma la stanchezza concede poco alla fantasia, anche se Ibra e Cassano concertano alla ricerca del guizzo vincente. Come al 40’, quando lo svedese fallisce il 3-2, scaricando su Bizzarri dopo la grande apertura del barese. Fino al colpo goffo di Pato alle stelle in pieno recupero. Giù il sipario.
     
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    Napoli, stoffa da Champions
    Sul sintetico di Cesena è 1-3


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    Di solito due indizi fanno una prova. E anche stavolta è così: lo scorso settembre il Napoli a Cesena ha dato il via alla cavalcata che ha portato gli azzurri fino al terzo posto finale, mentre l’ultima volta che i campani hanno giocato su un terreno in erba sintetica hanno vinto 2-0, in Europa League contro l’Elfsborg. Corsi e ricorsi: il Napoli stasera ha vinto 3-1 al Manuzzi, nel primo scontro di serie A disputato su un campo in sintetico. Gli azzurri tornano a vincere una prima di campionato a distanza di 17 anni. In vantaggio con Lavezzi in avvio, il Cesena è poi protagonista di un grande ritorno, agguantando il pari dopo 24 minuti con Guana. Nel secondo tempo l’espulsione di Benalouane spariglia le carte, col Napoli che prende in pugno la gara, continuando peraltro a spingere anche dopo il raddoppio firmato da Campagnaro al 22’. E infatti arriva il tris, per opera del subentrato Hamsik, al 42’.

    HAMSIK IN PANCA, GHEZZAL K.O. — Quello visto al Manuzzi è un Napoli inizialmente senza Hamsik visto che ha giocato due partite con la sua nazionale e causa Champions (mercoledì la sfida a Manchester col City, capolista in Premier dopo la quarta vittoria consecutiva di oggi), ma certo il gruppo azzurro non è distratto da questo pensiero. Mazzarri sceglie di completare il 3-4-2-1 con Santana al fianco di Lavezzi, subito dietro a Cavani. Il Cesena deve invece rinunciare ad Antonioli e a Ghezzal, fermato da un attacco influenzale. Dunque fra i romagnoli giocano in porta Ravaglia, all’esordio in A, Candreva alla sinistra di Mutu ed Eder e il convalescente Colucci in mezzo.
    UNO-DUE TARGATO LAVEZZI-GUANA — Benalouane fa tremare gli azzurri in apertura mandando a lato di un soffio, Lavezzi invece trafigge il Cesena, sfruttando al meglio un incredibile assist di Campagnaro, che lancia in area l’argentino con una rimessa laterale dall’altezza del centrocampo. Il destro del Pocho è letale, il Napoli dopo 3’ è già in vantaggio, complice una difesa romagnola a dir poco allegra. Ma il Cesena non si scompone. Anzi, teleguidato da un Giampaolo versione dodicesimo uomo in campo, serra le fila, ritrova ordine ed equilibrio, e non rinuncia mai a rilanciare l’offensiva. Così è vero che Maggio sfiora il raddoppio, ma anche che Comotto di testa va vicino al gol, prima che Guana centri il bersaglio: è il 24’, l’ex bresciano in scivolata anticipa Cannavaro e converte in rete un assist di Eder. La partita continua a filar via veloce e senza tregua, con Cavani che non riesce a brillare (solo una conclusione al suo attivo, ma tanto lavoro oscuro, anche in fase difensiva) e con Mutu che invece sfodera tutta la sua voglia di riscatto, lasciando intuire che la salvezza del Cesena passerà sicuramente dai suoi piedi. Sul fronte Napoli, la nuova coppia svizzera, composta dai centrali di centrocampo Dzemaili-Inler, espone ancora il cartello “lavori in corso”, mentre quella argentina, targata Lavezzi-Santana, mostra ottimi spunti tecnici e di fantasia. Insomma, il cantiere Napoli è in pieno rodaggio, ma certo l’ispirazione non gli fa difetto.
    CAMPAGNARO-HAMSIK E IL NAPOLI VA — La ripresa riprende là dove si era interrotta la prima frazione: ritmi altissimi nonostante il caldo, squadre attente e combattive. Il gioco è però spezzettato, anche per l’affiorare di un po’ di nervosismo. Dal 10’ il Cesena resta in dieci per la doppia ammonizione a Benalouane (la prima al 5’ della ripresa), corregge in corsa Giampaolo togliendo Colucci a centrocampo e inserendo Rossi al fianco di Von Bergen in difesa. Una scelta coraggiosa, che non sacrifica nessuno dei tre tenori Eder-Mutu-Candreva. Piovono altre ammonizioni, dovute forse anche alla crescente stanchezza, le due squadre insistono nella ricerca del raddoppio, con grande generosità ma minor lucidità rispetto al primo tempo. E allora Mazzarri prova la mossa vincente: dentro Hamsik, al 15’, accolto dal boato degli oltre seimila tifosi napoletani sugli spalti, fuori Santana. Ancor più eloquente la seconda iniziativa del tecnico toscano: al 21’ fa il suo esordio in azzurro Pandev, al posto di Aronica. Il coraggio del Napoli viene premiato: al 22’ Campagnaro anticipa Rossi e infila l’1-2 con un destro sotto rete, sfruttando un assist di Hamsik da calcio d'angolo. Il Cesena accusa la fatica dell’inferiorità numerica e dell’enorme dispendio di energie dei primi 45’, il Napoli sente l’odore del sangue e non perde occasione di catapultarsi dalle parti di Ravaglia. Giampaolo manda in campo Bogdani al posto di uno spremutissimo Eder, ma ormai il Napoli è padrone della gara. Entrano anche Martinez e Fernandez, poi Pandev non trova il raddoppio colpendo la traversa con un sinistro a colpo sicuro e portiere fuori causa, su perfetto assist di Maggio. Ma ad arrotondare il risultato ci pensa Hamsik al 43’: lo slovacco raccoglie la corta respinta di un difensore e lascia partire un sinistro affilato e vincente. E’ l’1-3 finale, e ora sì che il Napoli può pensare al City.
     
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    Pirlo è geniale, Juve da urlo
    Parma spazzato via: 4-1



    I bianconeri debuttano alla grande nel nuovo stadio: l'ex rossonero predica calcio e gli emiliani non hanno armi per opporsi. In gol Lichtsteiner, Pepe, Vidal, Marchisio e Giovinco su rigore. Unica nota negativa per Conte il rosso a De Ceglie nel recupero

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    Gran colpo, ma sarà ancora integro? La domanda che tutti i tifosi della Juve si sono posti ha avuto la prima risposta. E che risposta. Andrea Pirlo ha già in mano la Juve. Che in tutta la scorsa stagione prestazioni così ne avrà offerte tre o quattro. I bianconeri battono 4-1 il Parma e l'uomo copertina nel nuovo stadio è proprio il campione di Brescia. Che divide la scena con un Del Piero che a sprazzi è sontuoso, come quando nella ripresa in un minuto mette in porta prima Matri e poi Pepe. Sì, proprio l'esterno tutta corsa e poco appeal. Che gioca una gran partita. Tutti bravi, tutto bene? Sì, fino a un certo punto. Nell'indiscutibile vittoria della Juve, che prende anche un palo e si vede negare un rigore e un gol valido (in tutti e tre gli episodi c'è di mezzo il povero Matri), entra anche la prestazione di un Parma molto modesto, che raramente mette il naso fuori e ancor meno tira in porta.

    SCELTE — Conte privilegia i giocatori che hanno lavorato più a lungo con lui. Quindi Del Piero accanto a Matri, anche perchè Vucinic non è al meglio. Pepe e Giaccherini, il più reattivo tra i nuovi ma non brillantissimo, esterni. E Marchisio elegante valletto di Pirlo, con Barzagli che ha scalzato Bonucci nel ruolo di centrale accanto a Chiellini. Colomba sceglie un 4-4-1-1 con Giovinco dietro a Pellè. Le due linee sono molto corte, ma gli emiliani non ripartono mai e soffrono soprattutto a destra, dove Rubin con Pepe non la vede mai.

    MECCANISMI — Stupiscono i sincronismi Juve, già molto oliati. Il 4-2-4 somiglia molto a un 4-2-3-1, con gli esterni a farsi il mazzo nei ripiegamenti e Del Piero che arretra dietro Matri. I bianconeri sono cortissimi. Pirlo ci mette 2' a strappare il primo boato, con una finta e apertura delle sue. In questo senso a Torino, dove da anni mancava uno con piedi così educati in mezzo, non aspettavano altro.

    INEVITABILE — La Juve gioca bene. Alterna il gioco corto con le palle di Pirlo per gli esterni. Il Parma ci capisce poco: Pellé non è la punta adatta a questo tipo di partita e Giovinco non è il giocatore che lo scorso 6 gennaio devastò la Juve con una doppietta a Torino. Giusto che il gol del vantaggio arrivi da due dei nuovi con più qualità. Pirlo porta palla, manda al bar Morrone con la finta e pennella per il taglio di Lichtsteiner, bravo nel controllo e freddo davanti a Mirante. Anche qui, da Motta (o Grygera, o Sorensen) allo svizzero i progressi sono lampanti. 1-0 Juve. Meritatissimo. Matri inizia a capire che non è giornata saggiando i riflessi di Mirante, poi s'infuria quando gli annullano per fuorigioco un 2-0 che pare proprio buono.


    MONOLOGO — Si riparte e ti aspetti la reazione del Parma. Negativo. Gli emiliani nel tentativo velleitario di attaccare ottengono solo il risultato di allungarsi. E dare campo a questa Juve può essere pericoloso. Del Piero predica calcio e le ali volano. E non è casuale che sia Pepe a mettere al sicuro la partita col destro incrociato.

    CAMBIO MODULO — Sul 2-0 Conte leva Del Piero per Vidal, che va a fare la mezzala nel centrocampo a tre con Pirlo e Marchisio. E il cileno, visto che Pirlo e Lichtsteiner proprio male non hanno fatto, si presenta col tiro da fuori che vale il 3-0. Per non essere da meno. Interessante soprattutto la novità tattica a partita in corso: facile che Conte userà spesso questa variante.

    ACCADEMIA — Il finale serve al pubblico per esaltarsi. E ai bianconeri per prendere fiducia. La Juve domina un Parma che non vede l'ora di fare la doccia. C'è il tempo per l'ultima perla di un Pirlo che quando sta così è inferiore (forse) solo a Xavi Hernandez nel ruolo (bravo anche a Marchisio a segnare col pallonetto sul lancio euclideo dell'ex Milan) e per il punto della bandiera del Parma nel recupero. Giovinco si guadagna un rigore che porta al rosso di De Ceglie (unica nota negativa in casa Juve) e segna. Il risultato è lo stesso del 6 gennaio 2011. Ma stavolta è la Juve che fa festa. E che fa impazzire un pubblico che debutto migliore non poteva augurarsi.





    anche diego aveva eserdito bene segnando 2 gol alla roma....
     
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  6. •Pocho22¬
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    Serie A, ecco tutti i risultati della seconda giornata
    Ecco tutti i risultati della seconda giornata di Serie A dopo i primi 45' di gioco:

    Giocata venerdì
    Milan-Lazio 2-2 (Klose, Cissé, Ibrahimovic, Cassano)

    Giocata ieri
    Cesena-Napoli 1-3 (Lavezzi, Guana, Campagnaro, Hamsik)

    Giocata alle 12.30
    Juventus-Parma 4-1 (Lichtsteiner, Pepe, Vidal, Marchisio, Giovinco)

    I primi tempi di oggi

    Catania-Siena 0-0
    Chievo-Novara 2-2 (Pellissier, Thereau, Marianini, Paci)
    Fiorentina-Bologna 2-0 (Gilardino, Cerci)
    Genoa-Atalanta 2-2 (Veloso, Maxi Moralez, Maxi Moralez, Mesto)
    Lecce-Udinese 0-2 (Basta, Di Natale)
    Roma-Cagliari 1-2 (Conti, El Kabir, De Rossi)

    Si gioca alle 20.45

    Palermo-Inter 0-0

     
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  7. kekkox
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    2^ giornata serie A, Top Ten by TMW

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    La seconda giornata di Campionato, non si fa pregare per darci subito le prime sorprese di turno. La Roma e l'Inter, che si incontreranno proprio sabato prossimo, perdono entrambe. Vincono Juventus, Fiorentina e Napoli. Pareggiano Lazio e Milan in una bella gara con tante reti. Gli attaccanti sono subito sugli scudi e questa settimana nella Top Ten TMW troviamo:

    Pellissier: Parte subito bene, ma non è una sorpresa per questo professionista del gol, si fa trovare già in forma e con il solito feeling da area di rigore, segna ed è attento ad ogni situazione gli si proponga per far male. Falco

    Conti: Nella sua carriera è al 5 gol alla Roma e pensare che è stato anche un giocatore della magica, un ex che dice di non essere con il dente avvelenato, ma che comunque quando vede il giallorosso, vede nero. Prolifico

    Cassano: Torna titolare ed è uno spettacolo, duetta con Ibra che è un piacere, fa gol di testa e esulta come ai vecchi derby Roma-Lazio, piedi fatati e furbizia da fuoriclasse, tonico e anche più sereno caratterialmente. Grande

    Cissè: Una bella rete e uno splendore fisico e tecnico ritrovato all'ombra del Colosseo, giostra in tutti i reparti avanzati da destra a sinistra e mette in apprensione più volte Nesta, che non è un ragazzino. Leone

    Hamsik: Corre, combatte su ogni pallone e segna anche una bella rete, che non fa mai male nell'economia di una partita, un impatto impressionante sulla gara, che poteva anche diventare più difficile. Vigoroso

    Pirlo: Geometrico in ogni azione anche solo nel pensiero, pulito e pratico in ogni giocata, si trova bene nel centrocampo Juventino e la squadra si diverte a girargli attorno, fisicamente è quasi al Top e si vede. Regista

    Cerci: Tanta fantasia al servizio della squadra, una rete importante per fissare il risultato, e poi molte giocate che piacciono al pubblico, che se riuscirà ad amare questo calciatore potrebbe favorirne la crescita. Funambolo

    Di Natale: Ormai il suo cognome è un marchio di fabbrica, di gol a grappoli e tanto cuore, gioca a memoria in un Udinese che è sua da sempre, e poi appena trova la via della porta sa ad occhi chiusi come aprirla. Leader

    Miccoli: Poteva anche sedersi in panchina, ma perché sprecare all'umidità questo dribblomane che un a ne fa e cento ne pensa, salta l'uomo e segna con la solita naturalezza, e cosa non da poco, ha grinta da vendere. Devastante

    Maxi Moralez: Ce ne avevano parlato bene, ma il suo esordio è col botto, doppietta fondamentale per un pareggio importante, dialoga bene con i compagni e una velocità che potrà fare spesso la differenza. Flash
     
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    Il Cagliari non si ferma più
    2-1 a un Novara che non punge


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    Due vittorie in altrettante partite e un primato in classifica certamente simbolico, ma che è una bella risposta a chi diceva che il Cagliari si era indebolito. I sardi battono 2-1 il Novara e per meno di 24 ore si trovano in testa alla classifica da soli. Successo meritato per la squadra di Ficcadenti, che ha unito a un gruppo che si può definire storico (Pisano, Agostini, Conti, Biondini, Cossu) alcuni ragazzi interessanti come Ibarbo, El Kabir e Thiago Ribeiro, uomo-partita.

    LEGGERINI — Il Novara dà l'impressione di essere una squadra ben organizzata, che sa coprire il campo e difendere. Ma un po' inconsistente in avanti, dove Jeda, Morimoto e Granoche non sembrano giocatori in grado di produrre un buon fatturato di gol nella massima categoria. E se anche Pinardi, l'uomo che deve accendere la luce, non ripete la prova di Verona, non stupisce che Agazzi debba intervenire solo su qualche conclusione da lontano e che sia battuto da un gol assolutamente casuale.

    MEGLIO IL CAGLIARI — I sardi, che si schierano con l'undici che ha vinto all'Olimpico con la Roma, difendono alti e prendono in mano il centrocampo col trio Biondini-Conti-Nainggolan, tre ragazzi che meriterebbero anche palcoscenici più prestigiosi. Ujkani e bravo e fortunato nella parata di faccia proprio su Biondini, poi si ripete su Pisano. E' un primo tempo non memorabile, in cui il Novara fa fatica a fare gioco. Così il Cagliari passa con merito al 38': Agostini la mette in mezzo, Nenè la spizza per Thiago Ribeiro, che si trova libero in area tra Lisuzzo e Gemiti e non ha difficoltà a segnare di testa il suo primo gol in serie A alla seconda presenza.

    SALE MA NON FA MALE — La ripresa del Novara è coraggiosa. I piemontesi alzano il baricentro, ma Agazzi deve sporcarsi i guanti solo un destro di Rigoni. Anche perchè la sua difesa fa un gran lavoro. La giovane coppia centrale Canini-Astori non concede nulla a punte comunque poco pericolose. Tesser ci prova con Granoche e Radovanovic per Marianini. Poi esce Pinardi per Giorgi, con Marco Rigoni che avanza la sua posizione. Niente da fare. Anzi, è il Cagliari a fare più male: prima sfiora il 2-0 con Nené, poi lo trova con Larrivey che devia di piatto il destro di Conti. Giusto così: l'immediato 2-1 di Morimoto, in realtà un'autorete di Astori che mette il piedone sull'innocuo sinistro del giapponese, non cambia un verdetto molto chiaro.
     
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    Juve, basta un guizzo
    Matri stende il Siena



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    Due partite, due vittorie. La Juventus questo campionato l'ha iniziato bene. Però se i tre punti contro il Parma erano arrivati come conseguenza di un partitone, quelli con il Siena, in Toscana, arrivano al termine di una partitina. La squadra di Conte mostra la versione minimalista, al Franchi. Un'occasione nitida, un gol. Pesante. Da centravanti di razza, di un centravanti di razza, Matri. I tifosi della Vecchia Signora stavolta non hanno avuto, per nulla, di che spellarsi le mani dagli applausi, però possono essere confortati dalla solidità difensiva della loro squadra, che, complice un attacco asfittico di un Siena altrimenti convincente, ma che davanti sembra non avere un uomo gol da garanzia salvezza, non ha concesso proprio niente. Altra conferma: Pirlo. Sta bene di testa e di gambe. E con Marchisio si intende alla grande, nonostante qualche critico in precampionato storcesse il naso, analizzando le caratteristiche propositive dei centrocampisti centrali bianconeri. Fasce e attacco sono invece da ricalibrare. Come movimenti e forse come interpreti.


    SIENA SOLIDO — Nel primo tempo la Juve delude. Opposta al Siena, forse le sembra di specchiarsi. E l'immagine riflessa è migliore, per quanto simile, rispetto a quella originale. Al di là della maglia della Vecchia Signora,:per l'occasione rosa, e non bianconera come quella degli avversari. Perchè per il resto il 4-4-2 è il solito, e conta relativamente che quello della Juve faccia più chic chiamarlo 4-2-4. In mezzo, in entrambe le metà campo, c'è un regista che detta, e bene, i tempi. Pirlo fa un figurone, D'Agostino lo emula. Accanto a loro Marchisio e Gazzi offrono dinamismo. La differenza la fanno le fasce. Mannini mette spesso e volentieri il turbo, Brienza ha tecnica invidiabile, e così Pepe e Giaccherini non escono bene dal confronto indiretto. E poi davanti gli attaccanti, da una parte e dall'altra, non si "pigliano". Nel senso che la coppia Matri-Vucinic, che già aveva lasciato a desiderare, come intesa, in precampionato, non funziona. Il montenegrino giocando centrale sembra un po' ingabbiato, Matri si trova un altro centravanti tra i piedi e invece fatica a venire incontro per combinare con i centrocampisti centrali, quando si inseriscono. E non è che Gonzalez dall'altra parte assista più di tanto un Calaiò generoso, ma lento, che fa sembrare Barzagli, ancora preferito a Bonucci da Conte, un allievo di Bolt. All'intervallo è 0-0. Al Siena può andar bene così: ha concesso un mezzo tiro di sinistro a Pirlo e niente di più. Per la Juve il bilancio invece è in passivo, nonostante il pari.
    GOL DI MATRI — Alla prima occasione, a inizio ripresa, la Juve passa in vantaggio. Con grande cinismo. Ma anche con una grande azione. Iniziata da Pepe, proseguita da Giaccherini, rifinita da Vucinic con un assist per Matri, che con la porta spalancata non si lascia pregare e mette dentro il decimo gol per la Juve della sua carriera, il primo in questa stagione. A Conte però la combinazione gol delle punte non basta, e richiama Vucinic in panchina: dentro Vidal a fare il guastatore, senza una posizione definita, di sicuro dietro a Matri, ora unico padrone del fronte d'attacco. La Juve non incanta, ma controlla la partita. Fa possesso palla, tenendola lontana dalle parti di Buffon, che davanti a lui ha perso Chiellini, per indolenzimenti muscolari. Il Siena, costretto a fare la partita, mostra i suoi limiti offensivi. Entra Larrondo, per un Gonzalez invisibile. Ma le occasioni continuano a latirare. C'è una traversa di Calaiò che però non vale: per qualche centimetro iera n fuorigioco. Null'altro. La Juve costeggia la partita e la porta a casa. La scorsa stagione non succedeva mai.
     
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    Udinese prima, bella e vincente
    Per i viola k.o. e paura per Gila


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    Un anno fa l'Udinese cominciò con un punto nelle prime cinque giornate: come finì lo sappiamo tutti, col quarto posto e la qualificazione al preliminare Champions. Oggi, dopo aver rinunciato a Sanchez, Inler e Zapata i bianconeri di Guidolin si trovano al primo posto, a punteggio pieno dopo due giornate. I mugugni estivi dei tifosi friulani, in questo momento sembrano fuori luogo. La squadra gioca a memoria, ha mezzi più che adeguati per competere in questa serie A. Ha sicuramente perso qualcosa in qualità, ma è pronta a lanciare altri giovani in rampa di lancio. Di fronte a questa Udinese la Fiorentina sparisce, costruisce poco e va spesso in bambola dietro. In più, a conferma di una giornata nerissima, c'è anche l'infortunio di Gilardino. Può essere serio.

    TOTÒ E MAURICIO GOL — Il primo posto dell'Udinese porta le firme di Di Natale e Isla. Di Totò è già stato detto tutto il possibile. Più che per il rigore, trasformato magistralmente in apertura (fallo di mano di Gamberini su un colpo di testa di Benatia), l'attaccante è fondamentale per come addomestica ogni pallone, anche quelli difficili, rispolverandoli e trasformandoli in passaggi perfetti per i compagni. Quando poi gli arriva una palla da girare in porta, lo fa senza farsi pregare. Oltretutto, era la terza gara in una settimana. Il raddoppio, che chiude virtualmente la partita, arriva al 29': Isla, schierato da interno destro, sfrutta un involontario triangolo con Montolivo e poi lo nobilita con un bellissimo diagonale sul secondo palo.

    UDINESE, NUOVI OK — Probabilmente è presto per dare giudizi definitivi, ma l'Udinese pare aver azzeccato altri due acquisti: Danilo, centrale prelevato dal Palmeiras, guida già da consumato veterano la difesa, Torje non è Messi e nemmeno Alexis Sanchez, ma ricorda il cileno nella capacità di partire in gran velocità palla al piede e creare la superiorità numerica. La Fiorentina lo soffre moltissimo eil romeno è caparbio anche nel recuperare palla: trequartista moderno. Se a questo aggiungete il recupero di Basta, la forza straripante di Armero (entra per l'infortunato Pasquale, è uno dei migliori laterali sinistri in Italia), il dinamismo di Asamoah e la continua crescita di Isla, assoluta sicurezza in svariati ruoli, la stagione della squadra di Guidolin parte sotto buoni auspici, nonostante le cessioni.

    FIORENTINA, TUTTO STORTO — La Fiorentina fa un paio di passi indietro rispetto al debutto col Bologna, e non solo per il risultato. La squadra costruisce poco, Montolivo, che pure è pericoloso (tiro secco sul finire del primo tempo), si dimostra nervoso e rischia di essere cacciato già al 24', quando scalcia Torje che gli era sfuggito. Cassani per oltre un tempo è irriconoscibile, non superando mai la metà campo, Kharja e Behrami soffrono i raddoppi dell'Udinese e vanno in palla. Jovetic si fa notare solo per qualche iniziativa personale, ma non si segnala un solo scambio con i compagni, Cerci non affonda. Come se non bastasse, ci sono gli infortuni: Lazzari salta la gara per febbre, Pasqual si spaventa per un problema alla caviglia, ma soprattutto preoccupa la torsione del ginocchio sinistro di Gilardino. A metà ripresa, cercando di anticipare Handanovic, va giù e resta a terra. Esce in barella, fa temere il peggio, gli esami daranno il responso. Brutta giornata per i viola, attesi a un "rimbalzo" immediato mercoledì col Parma.
     
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    Inter allergica al sintetico
    K.o. a Novara: Gasp ore contate

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    Finisce con lo sberleffo peggiore, per Massimo Moratti in tribuna. La curva del Novara, nel recupero, inizia a cantare "Serie B". E non sta tremando per le sorti dei suoi. In "zona B", dopo l’anticipo della quarta giornata, c’è l’Inter. Un punto in tre partite, quattro sconfitte stagionali (su cinque), una decina di gol incassati. Alla faccia dei lavori in corso: qui si vedono già macerie. Se fosse una amichevole estiva, ci sarebbe da preoccuparsi, ma la stagione è cominciata da un po’, qui c’è da correre ai ripari. La squadra non ha un’anima e una idea di gioco, cambia moduli e uomini con frenesia: l’impressione è che si vada a tentativi, senza nemmeno crederci troppo. Gasperini almeno sceglie di affondare con le sue idee: decisione apprezzabile, ma i risultati gli danno torto marcio. La disperazione dell’Inter e l’attesa per quello che succederà (Moratti a fine gara dirà: "stasera non mi è sembrato che abbia la squadra in mano") rischiano così di far passare in secondo paino l’esordio da sogno del Novara: il debutto in A in casa dopo 55 anni si chiude con lo scalpo dei campioni del Mondo in carica: alzi l mano chi osava chiedere tanto.

    I GOL — Cinquantacinque anni di attesa: la A torna a Novara e dopo 55 secondi può già arrivare il primo gol. Sarà merito/colpa del sintetico, ma Chivu al primo pallone toccato si inventa un retropassaggio scellerato ce manda in porta Meggiorini. Tiro a botta quasi sicura, parata di faccia di Julio. "Meggio", comunque, è in palla: 15’ dopo si esibisce in sforbiciata, al 37’ fa esplodere il "Piola". Porcari recupera palla in mezzo, Sneijder cerca di abbatterlo ma l’apertura per Mazzarani, sulla sinistra è già partita: assist per Meggiorini e destro preciso all’angolino. L’Inter inizia a sprofondare lì, toccherà a Rigoni, dal dischetto (fallo di Ranocchia, espulso, su Morimoto) rendere la buca ancora più profonda. Cambiasso, sfruttando un rinvio corto di Giorgi, prova a scalarla, ma Rigoni, su assist di Morimoto, gli spiega che non è proprio cosa.

    LE SCELTE DI GASP — Evidentemente, Gasperini non bluffava quando diceva di aver ricevuto supporto da Moratti e nessuna pressione su uomini e scelte. Infatti va dritto per la sua strada, spedendo per la terza volta Pazzini in panchina e proponendo un 3-4-3 purissimo, con Sneijder playmaker al fianco di Cambiasso e la sorpresa Castaignos ala destra, con Forlan a sinistra e Milito centravanti. Scelte ardite, che espongono il fu-Gasperson al fuoco della critica. Scelte che non pagano, perché la sua Inter costruisce pochissimo: se Sneijder risolve il problema di chi avvia l’azione, venendo a prendere palla spesso quasi sulla linea dei difensori, non c’è chi la prosegua: Milito è solo in area, e costantemente anticipato, per tutto il primo tempo i nerazzurri mettono insieme solo un paio di tiri da fuori di Sneijder. Non c’è gioco, non c’è possesso palla e nemmeno ripartenze: anche Gasp deve tornare sui suoi passi nell’intervallo. Entrano Pazzini e Obi, si passa a un 3-5-2 in cui Sneijder può spostarsi qualche metro più avanti. Non porterà a molto, e Sneijder non durerà molto: al 21’ fuori pure lui, per Zarate. Si guadagna campo, ma non certo idee: Pazzini sfiora il pari, ma si aprono voragini in una difesa già non perfetta. Serve Julio Cesar per evitare che i contropiede a ripetizione si trasformino in gol al passivo.

    NOVARA DA SOGNO — "Basta che ci sia la voglia di giocarsela", aveva detto alla viglia il patron De Salvo. Il Novara fa anche di più: fiuta che l’Inter ha la consistenza di un biscotto e per un’ora gioca alla pari, senza paura. Poi arretra, quando subentra la paura di vincere, ma con ordine. Il 4-3-1-2 copre bene il campo, Paci e Lisuzzo presidiano l’area. Radovanovic, arrivato a prezzi di saldo, fa un figurone fra gli stagionati centrocampisti interisti, Rigoni in un paio di occasioni fa sentire con lo scatto il peso degli anni a Zanetti. Dellafiore e Gemiti, non sono esterni da "calcio totale", ma va bene anche così. Davanti ci pensa Meggiorini, uno che ha sempre mostrato qualità, ma raramente trovato continuità. Poi lascia la scena a Rigoni, il fantasista operaio: c’è la sua doppia firma sull’impresa novarese. Se sarà vera gloria lo dirà il campionato, ma l’esordio in casa è stato da sogno. Vale una stagione da solo.
     
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  12. March50™
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    L'ATALANTA NON SI FERMA, NOVARA KO

    Continua a stupire l'Atalanta di Colantuono che all'Atleti Azzurri d'Italia ha sconfitto il Novara di Tesser con un secco 2-1. Vantaggio orobico con un inserimento di Schelotto al 38' del primo tempo con il "Levriero" che poco dopo rischia di ripetersi colpendo un palo. Nella ripresa arriva il raddoppio di Cigarini al 59' che rende vana la rete di Porcari dal limite nel finale. A tempo scaduto annullato ingiustamente un gol regolare a Granoche.









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    SERIE A, BERGESSIO FRENA LA JUVE

    Secondo pari consecutivo per la Juventus, che non riesce a scattare in classifica facendosi bloccare dal Catania sull'1-1. Brutta Juve nel primo tempo, con gli etnei che giocano meglio e meritano il vantaggio. Bergessio al 20' anticipa Chiellini e batte Buffon. La ripresa è tutta un'altra storia: sotto la pioggia i bianconeri pareggiano al 49' con Krasic. La gara è in bilico fino all'ultimo, ma a nessuno riesce lo spunto decisivo per i tre punti.







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    MOSCARDELLI BRUCIA IL GENOA

    Per 26 minuti, il Genoa ha sognato di vivere un'altra settimana in testa alla classifica: poi, i gol di Pellissier al 29' e di Moscardelli al 48' della ripresa ha consentito al Chievo di ribaltare tutto, vincere 2-1 l'anticipo "di pranzo" e salire a sua volta, almeno per un paio d'ore, sul tetto della A. Rossoblu in vantaggio con Palacio al 3' della ripresa: e Frey, al 15', aveva salvato lo 0-1 parando un rigore (espulso Dainelli) a Pellissier.
     
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  13. kekkox
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    Una serie A combattuttissima !
     
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  14. March50™
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    La Lazio sbatte su un muro
    Palermo, punto che vale

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    Un pareggio che non serve a nessuno all'Olimpico. La squadra di Reja sbatte contro il muro rosanero e rischia più volte di fronte al contropiede dei siciliani, con un Hernandez scatenato. Nella ripresa i biancocelesti mettono più grinta, ma senza lucidità si devono affidare alle fiammate di Klose e Cisse. E alla fine è 0-0

    NIENTE MICCOLI — La Lazio deve fare a meno di Brocchi, che va in panchina perché acciaccato: così in campo parte per la prima volta da titolare in mediana l'albanese Cana accanto a Ledesma e Matuzalem in un centrocampo inedito, dettato soprattutto dall'emergenza infortuni. Reja conferma il 4-3-1-2 con il quale i biancocelesti hanno espugnato Cesena. In casa Palermo Mangia si affida al 4-4-2 con la sorpresa della rinuncia a Miccoli e schiera una coppia d'attacco formata da Hernandez e Pinilla. Ancora panchina per Ilicic, al quale viene preferito Bertolo, con Zahavi dall'altra parte della mediana.
    PRIMO TEMPO — La Lazio parte a ritmo blando e l'impressione è che il Palermo si adegui. Grande pressing a centrocampo e gioco spezzettato, con fiammate improvvise. Cisse e Klose danno sempre la sensazione di poter far male, ma Tzorvas fa buona guardia prima su Cisse, poi su Hernanes. La Lazio spinge di più, ma rischia grosso con Pinilla che si trova solo in area e segna, ma è in fuorigioco. E al quarto d'ora è bravissimo Marchetti, in tuffo su un tiro a colpo sicuro ancora di Pinilla. Il Palermo nelle ripartenze è pericoloso, con Balzaretti e Zahavi che bucano facilmente la fascia difesa da Konko, che non spinge dall'altra parte, così come Lulic, facilitando il gioco dei rosanero. Fatica tanto la Lazio a trovare lo spazio, ma il Palermo si difende con grande ordine, con la freccia Hernandez pronto a sfruttare la sua velocità. La Lazio si intimorisce e si allunga; Cisse si sgola chiedendo supporto ai compagni lì davanti. E la fine del primo tempo vede il Palermo spingere di più e andare ancora una volta vicino al gol sempre con Hernandez e anche con Pinilla. Marchetti salva in tuffo due volte in tre minuti sui tentativio degli attaccanti rosanero. Il primo tempo lo vince il Palermo ai punti.
    SECONDO TEMPO — Serve una scossa da una parte e dall'altra: così Reja inserisce Brocchi per Cana, contando sulla grande aggressività e dinamicità del nuovo entrato. E la Lazio parte subito con maggiore determinazione, creando due palle gol in appena tre minuti, senza fortuna per Cisse. Centrocampo rosanero ordinato e grintoso, con Barreto e Bertolo in evidenza che sono ovunque, recuperano palloni a volontà rilanciando l'azione. Ma la Lazio finalmente si rende pericolosa, con Hernanes più vicino a Klose e Cisse e Brocchi implacabile in mezzo che dà sicurezza al reparto arretrato. Il tecnico rosanero Mangia a questo punto cambia e mette forze fresche: Acquah per Bertolo. Il ghanese entra e si becca anche qualche ignobile "buu" dalla curva Nord in occasione di un paio di entrate decise e questa è la cosa più brutta del match. I rosanero registrano il muro di centrocampo e il match segue il canovaccio dei primi 45': Lazio senza lucidità e Palermo pronto a far male con le sgroppate a sinistra di Balzaretti e al centro di Hernandez. Mangia mette dentro anche Ilicic per Pinilla, ma la Lazio si mangia due gol incredibili: prima Klose si trova solo davanti a Tzorvas e si vede anticipare da Balzaretti a due metri dalla porta, quindi al 20' ancora Tzorvas anticipa Klose e di fatto serve la palla a Cisse, che a porta vuota in area calcia fuori. Tzorvas bravissimo prima su Hernanes, poi su un rimpallo in area con deviazione di Pisano che poteva scavalcarlo. Ma sono solo fiammate in una partita in cui a centrocampo muoiono gran parte delle azioni di entrambe le squadre. Il Palermo prende coraggio e prova ad affacciarsi con più incisività: bravo Marchetti su Ilicic alla mezzora e al 31' Reja toglie un Hernanes non più incisivo per inserire Sculli per l'assalto finale. Inutile, nonostante Klose a un minuto dalla fine non riesce a risolvere su un pasticcio difensivo rosanero con la palla che rimbalza in area. E' l'ultimo sussulto. Finisce qua.
     
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  15. March50™
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    Moviola: Novara penalizzato
    Chievo, giusto il rigore concesso



    Granoche non era in fuorigioco nell'azione che avrebbe dato il 2-2 ai piemontesi. Vede bene Copelli: Dainelli atterra Pellissier. Napoli, penalty negato. Fiscale quello fischiato a Samuel. Taiwo meritava l'espulsione


    La moviola della 5ª giornata. Assistenti protagonisti. Nel bene (a Verona e a Roma) e nel male (a Bergamo). Nel complesso gli arbitri non sfigurano, tanto che le sviste più evidenti sono state commesse negli anticipi: almeno un rigore non dato al Napoli; penalty su Cassano e mancata espulsione di Taiwo. A proposito, spesso disattesa la disposizione data da Braschi nel ritiro di Sportilia: punire con il rosso i falli da dietro senza la possibilità di prendere il pallone (e quindi potenzialmente pericolosi). A Cagliari e Parma le cose sono andate diversamente e nei turni precedenti stesso leit motiv in altre partite.
    ATALANTA-NOVARA 2-1 — Ostinelli di Como
    Protesta a ragione il Novara perché nel recupero era buono il gol del possibile 2-2 di Granoche. Sbaglia l’assistente Galloni che segnala un fuorigioco che non c’è: l’attaccante è in linea con Masiello, semmai solo il braccio è al di là dell’avversario, ma non conta nella valutazione. Per il resto Ostinelli (arriva dalla Can B) è all’altezza della sfida.

    CAGLIARI-UDINESE 0-0 — De Marco di Chiavari
    L’internazionale De Marco controlla senza problemi una gara tranquilla. Forse proprio per questa ragione nel finale si dimostra “buonista” con Nainggolan e Domizzi, autori di falli che avrebbero meritato un cartellino di colore diverso rispetto al giallo. Primo episodio al 34’ del secondo tempo: il giocatore del Cagliari da dietro entra dritto sulle gambe di Fabbrini. Ancora più evidente la scorrettezza di Domizzi due minuti dopo: per fermare la cavalcata di Ibarbo, il difensore dell’Udinese, nettamente in ritardo, si lancia con una scivolata e abbatte l’avversario che si stava avvicinando all’area di rigore (Domizzi si fa anche male ed è costretto a uscire). Due rossi risparmiati.

    CATANIA-JUVENTUS 1-1 — Mazzoleni di Bergamo
    Matri si lamenta per una trattenuta di Spolli in area, ma anche lui si aiuta tenendo i calzoncini del difensore. Rischia Marchisio: già ammonito, stende Catellani a centrocampo. Un dubbio per parte in area di rigore: doppio intervento scomposto di Bellusci (su Vidal e Marchisio); Chiellini colpisce Suazo che gli aveva soffiato il pallone.

    CHIEVO-GENOA 2-1 — Russo di Nola
    Bravissimo l’assistente Copelli che «chiama» il giusto rigore per il Chievo: Dainelli (anche espulso) tocca da dietro Pellissier. Regolari i gol di Palacio e Moscardelli.

    LAZIO-PALERMO 0-0 — Gervasoni di Mantova
    Ottima prova dell’assistente Di Liberatore: millimetrica ma giusta la segnalazione del fuorigioco di Pinilla (gol annullato). Si ripete poco dopo su Hernandez (in offside sulla respinta di Marchetti) che colpisce il palo a gioco fermo.

    SIENA-LECCE 3-0 — Doveri di Roma
    Pochi problemi per Doveri: ok il rosso a Esposito, da giallo i falli commessi su Destro.

    PARMA-ROMA 0-1 — Orsato di Schio
    Graziato Kjaer dopo l’ammonizione rimediata per il fallo su Modesto, al 36’ p.t. stende Biabiany: ci stava il secondo giallo. E Luis Enrique lo sostituisce nell’intervallo. Nella ripresa Paletta dà volontariamente al portiere Mirante che blocca con le mani: manca la punizione per la Roma. Nel finale Lucarelli stacca su Rosi con il gomito alto: almeno da giallo.


    BOLOGNA-INTER 1-3 — Tagliavento di Terni
    Un rigore fiscale, un altro ineccepibile. Tagliavento, comunque, al di là di questi due episodi, ha diretto in modo coerente, senza i cali di tensione che avevano contraddistinto la non felice serata di Napoli-Milan. L’arbitro di Terni è sembrato anche più tranquillo e la sua autorità non è stata mai messa in discussione dai giocatori, neppure in occasione del penalty assegnato al Bologna. Allora partiamo subito dal fischio più "a rischio": con l’Inter avanti di un gol, al 20’ della ripresa Portanova va giù dopo un angolo. Il replay svela l’ingenuità di Samuel che non si preoccupa del pallone, ma cerca l’avversario con le braccia per poi trattenerlo. L’abbraccio, a onor del vero, non sembra particolarmente mortifero (anche considerando il "peso" di Portanova), ma ci sta che l’arbitro lo punisca con il rigore. Certo, il problema è sempre lo stesso: sono tante le spinte simili, o addirittura più evidenti, a non essere sanzionate. Rassegniamoci: l’uniformità è impossibile. Indiscutibile, invece, il penalty dato all’Inter: Morleo da dietro atterra Milito che sta per calciare in porta. Legittimo anche il rosso per il difensore rossoblù. Per il resto, giuste le ammonizioni per Coutinho, Perez e Krhin.
    MILAN-CESENA 1-0 — Giannoccaro di Lecce
    Alla fine del primo tempo, c’è un’entrata scomposta e pericolosa su Guana da parte di Taiwo, che era già stato ammonito per gioco falloso. Ci starebbe il secondo giallo, e quindi l’espulsione del terzino rossonero. Giannoccaro grazia il Milan che, consapevole dello scampato pericolo, provvede poi velocemente a sostituire Taiwo con Zambrotta. Rischia il cartellino rosso anche Yepes, nel secondo tempo, quando ferma fallosamente Eder lanciato a rete: poteva essere chiara occasione da gol, perché Thiago Silva sembrava tagliato fuori dall’azione. Due i rigori reclamati, uno per parte, entrambi nella ripresa: il Milan ha protestato per un’entrata decisa di Rodriguez sul pallone, ma anche sulla gamba di Cassano; il Cesena per una leggera trattenuta di Zambrotta su Comotto, che poi si è lasciato andare a una protesta plateale buttandosi a terra disperato. In entrambi i casi sono sembrate corrette le decisioni dell’arbitro.

    NAPOLI-FIORENTINA 0-0 — Valeri di Roma
    Anestetizzato da un’ora di gioco in cui succede poco o nulla, Valeri, sino ad allora impeccabile, arriva impreparato ai due episodi cruciali della partita, nell’arco di due soli minuti. Al 14’ del secondo tempo, dalla destra Zuniga crossa in area, chiaro il tocco di braccio di Pasqual, fra l’altro la distanza non è ravvicinata e il giocatore viola dà l’impressione di andare incontro al pallone. Ci stava il rigore. Al 16’ - ma qui la visuale dell’arbitro non era ideale - Hamsik è trattenuto in area da Cassani. Valeri ammonisce lo slovacco per le proteste. Per il resto, dopo 41 minuti Inler ferma fallosamente Jovetic e protesta per un presunto tocco di mano dell’avversario, che non c’è. In apertura di ripresa, giallo per Vargas, per uno scomposto intervento su Zuniga punibile quasi con il rosso diretto. Ok i cartellini per Inler, Behrami e Montolivo.
     
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