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[Topic Ufficiale] Rugby World Cup 2011

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    Italia, terribile lezione
    l'Irlanda spegne il sogno



    Bisognava battere i verdi per centrare i quarti di finale. Ma reggiamo appena un tempo. Non si salva nessuno: irlandesi padroni assoluti del campo e tre volte in meta. Addio Mondiali per gli azzurri. Finita l'era di Mallett



    A Dunedin la partita era attesa da almeno 8 mesi, quando l'Irlanda ci ha battuti al Flaminio 11-13 con un drop di O'Gara a tre minuti dalla fine. Ma oggi c'era molto altro in palio: battere l'Irlanda significava entrare nella storia. L'Italia del rugby per la prima volta avrebbe potuto accedere ai quarti di finale del Mondiale. E in quella che è stata l'ultima partita del c.t. Mallett alla guida dell'Italia il nostro XV fatto di tantissima esperienza ha offerto una prestazione del tutto insufficiente. Irlandesi tre volte in meta e padroni del campo in tutte le situazioni. Tanto nervosismo, un po' di cuore per gli azzurri.
    LE FORMAZIONI: ITALIA: Masi; Benvenuti, Canale, Garcia, Mi. Bergamasco; Orquera, Semenzato; Parisse (cap.), Ma. Bergamasco, Zanni; Van Zyl, Geldenhuys; Castrogiovanni, Ghiraldini, Perugini. (A disposizione: Ongaro, Lo Cicero, Bortolami, Derbyshire, Gori, Bocchino, McLean).

    IRLANDA: Kearney; Bowe, O’Driscoll (cap.), D’Arcy, Earls; O’Gara, Murray; Heaslip, O’Brien, Ferris; O’Connell, O’Callaghan; Ross, Best, Healy. (A disposizione: Cronin, Court, Ryan, Leamy, Reddan, Sexton, Trimble).

    PRIMO TEMPO — 1' Partiti! Calcio d'inizio dell'Irlanda. Stadio pieno di irlandesi, ma i tifosi azzurri si fanno sentire.

    2' Pressione azzurra che funziona, conquistata una mischia a metà campo.
    3' Piede di O'Driscoll che guadagna una touche nei nostri 22 metri.
    4' Pick and go irlandese insistito, la difesa azzurra tiene.
    5' Placcaggio senza palla di Canale su D'Arcy: richiamato dall'arbitro Kaplan. Punizione per l'Irlanda.

    6' PIAZZATO IRLANDA — O'Gara non sbaglia il calcio: Irlanda-Italia 3-0.

    8' Mischia con introduzione azzurra nella metà campo irlandese. L'Italia prova subito a reagire: conquistato un calcio di punizione dopo che a terza linea verde si è staccata in anticipo.

    9' PIAZZATO ITALIA — Mirco Bergamasco non sbaglia dalla piazzola: 3-3!

    10' Azione insistita dell'Irlanda, la difesa azzurra non è efficace: fallo di Mauro Bergamasco: calcio.
    12' O'Gara colpisce il palo. Riparte subito l'Italia che guadagna metri preziosi.
    15' O'Driscoll sfonda a sinistra, palla a Earls, la difesa azzurra riesce a trascinare gli irlandesi fuori dal campo.
    16' Nell'azione seguente alla touche blocco di Van Zyl e calcio per l'Irlanda.

    17' PIAZZATO IRLANDA — O'Gara centra i pali: 6-3.

    18' Proviamo a sfondare, ma siamo lenti e prevedibili. Calcetto di Canale che conquista una rimessa a 10 metri dalla linea di meta.
    19' Azione insistita degli azzurri, che col pacchetto vanno a un passo dalla meta con Castrogiovanni. Irlandesi fallosi in fase difensiva. Calcio per noi.

    20' PIAZZATO ITALIA — Mirco Bergamasco perfetto: 6-6!

    23' Errore di Mirco Bergamasco in ricezione: si fa sfuggire l'ovale e regala una touche nella nostra metà campo.
    26' Azione insistita degli azzurri, sfonda Masi, poi Canale, poi però c'è un passaggio in avanti. Mischia a metà campo.
    27' O'Driscoll per Murray che buca la difesa e viene placcato da Parisse provvidenzialmente. Italia in difficoltà, ma la difesa tiene nonostante salga troppo lentamente.
    30' O'Brien continua a farci male: palla a Bowe che va in meta, ma il passaggio era in avanti. Restiamo sul 6-6.
    33' Bravissimo Zanni che ruba palla agli irlandesi in una ruck combattuta. Ma che sofferenza. Castrogiovanni sta male e chiede il cambio.
    33' Non rotola via Masi dopo un placcaggio: calcio per l'Irlanda.

    34' PIAZZATO IRLANDA — O'Gara non sbaglia: 9-6 per i Verdi.

    34' Castro si arrende: entra Lo Cicero, con Perugini che va a destra.
    36' L'Italia reagisce e conquista subito una mischia nei 22 metri avversari, ma Perugini crolla. Calcio per l'Irlanda.
    37' Bravo Ghiraldini che guadagna di forza metri importanti. O'Gara non riesce a tenerlo e commette fallo a 30 metri dai pali. Calcio azzurro.
    38' Mirco colpisce il palo. Restiamo sotto di 3 punti.
    39' Grande maul azzurra dopo una touche vinta: costringiamo l'Irlanda a far fallo. Ma non gestiamo il vantaggio e sprechiamo l'occasione. Fine primo tempo: Italia-Irlanda 6-9.

    SECONDO TEMPO — Si ricomincia. Mallett inserisce Bocchino in mediana. Gli fa spazio Orquera.
    1' Difesa asfissiante dell'Irlanda. Non guadagnamo metri. D'Arcy avanza, dà a Bowe, in un attimo i Verdi sono nella nostra metà campo.
    2' I placcatori azzurri non rotolano via: calcio irlandese.

    2' PIAZZATO IRLANDA — O'Gara implacabile: 12-6 per l'Irlanda.

    4' Siamo fallosi in quasi ogni parte del campo. L'Irlanda molto più lucida di noi.
    5' O'Connell per Ferris, noi non difendiamo bene, O'Gara tenta il drop. Ma sbaglia.

    6' META IRLANDA! — Bowe accelera, Bocchino bruciato, palla a O'Driscoll che va in meta in mezzo ai pali: 17-6 per l'Irlanda. O'Gara trasforma: 19-6.

    7' Esce Mauro Begamasco. Entra Derbyshire
    9' L'Italia non c'è: perdiamo in mischia, non difendiamo bene, non occupiamo gli spazi. Irlanda senza problemi.

    10' META IRLANDA! — 10' D'Arcy rompe due placcaggi e arriva a 5 metri dalla linea di meta. Placcato ricicla. Assedio irlandese, palla a Earls che va in meta: 24-6. E' tracollo azzurro. O'Gara trasforma: 26-6.

    14' L'Irlanda arriva facilmente da tutte le parti, palla che si sposta con troppa facilità da una parte all'altra. Masi e Mirco Bergamasco salvano su Kearney che schiaccia in meta. Il TMO conferma: niente meta.
    15' Esce Semenzato. Entra Gori.
    17' In campo c'è solo l'Irlanda, l'Italia di difende come può col cuore. Ma non basta.
    18' Anche la mischia azzurra perde la battaglia. Match da dimenticare.
    20' Bortolami per Van Zyl.
    22' Proviamo ad avanzare col pack, commettiamo fallo anche in gesti tecnici che ci contraddistinguono di solito... Non ci siamo più.
    25' Guadagnamo un calcio in mischia. Andiamo in touche.
    27' Ongaro per Ghiraldini. Esce O'Gara, entra Sexton.
    28' Errori a volontà: regaliamo un calcio (Masi su D'Arcy) e reagiamo con accenni di rissa alle provocazioni degli irlandesi.

    30' PIAZZATO IRLANDA — Sexton rimpingua il bottino: 29-6.


    32' Guadagnamo una touche a 5 metri dalla linea di meta irlandese. Conquisata, Perugini prova a sfondare, azione prolungata di pick and go. Ennesimo fallo: mischia irlandese. Non ne va bene una.
    33' L'Irlanda pensa già ai quarti: dentro tutta la panchina, c'è da far riposare i giocatori, O'Driscoll compreso, in vista del Galles.
    36' Parisse perde sangue dal sopracciglio: esce in cambio di McLean, ultimo rimasto in panchina.
    38' Bowe scatta, calcio a seguire, Bocchino e Benvenuti gli impediscono di marcare la meta commettendo fallo. L'arbitro ci grazia: era fallo e meta tecnica.

    39' META IRLANDA! — Azione seguente e subito meta verde. Due passaggi ed Earls ha lo spazio per schiacciare: Irlanda avanti 34-6. Sexton trasforma: 36-6.

    40' E' finito il calvario. L'Italia saluta malissimo il Mondiale.
     
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    Ok All Blacks e Pumas
    Figi triturate dal Galles

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    Niente da fare per Georgia e Canada. Ai quarti Argentina-Nuova Zelanda, con i padroni di casa che perdono Carter e non sembrano avere alternative credibili nel gioco al piede. I Dragoni terribili: nove mete e zero punti concessi agli isolani per il 66-0



    Il quadro è definito: tutto come previsto negli incontri che hanno preceduto Italia-Irlanda. Vince la Nuova Zelanda con il Canada, passa l'Argentina con la Georgia e le Figi incassano la più brutta partita immaginabile col Galles: 9 mete e zero punti.
    ARGENTINA-GEORGIA 25-7 — Un'ora di sofferenza pura, come forse solo la Georgia sa "regalarti", poi l'Argentina riesce a sbrogliare la matassa e a chiudere sul 25-7 in suo favore l'ultimo impegno delle due squadre nella Pool B dei Mondiali di rugby neozelandesi. L'Argentina entra in campo praticamente già certa della qualificazione ai quarti di finale (per mancarla dovrebbe perdere con 8 punti di scarto) e si lascia attrarre dal ritmo basso imposto alla partita dai georgiani, ma la superiore qualità permette comunque ai Pumas di guadagnare metri e calci di punizione: due volte però il capitano Felipe Contepomi va per i pali e due volte sbaglia. A sbloccare il risultato è però poi la meta dell'ala Juan Jose Imhoff, che rompe un placcaggio non irresistibile e vola a schiacciare. Prima dell'intervallo però un errore nella metà campo avversaria lancia il contrattacco georgiano che si chiude con la volata in meta di Lasha Khmaladze. Tutto da rifare per i Pumas. L'inizio del secondo tempo ricalca il primo, ma stavolta Contepomi infila tutti e due i calci che la sua mischia si guadagna, poi va direttamente in meta al 68' coronando con una giocata personale una bella azione dei trequarti. Ad arrotondare il risultato ci pensa Augustin Gosio a un minuto dalla fine. La Georgia chiude penultima con 4 punti, davanti alla Romania (0). L'Argentina chiude il girone con 15 punti, a -3 dall'Inghilterra e a +4 sulla Scozia. Ai quarti i Pumas incroceranno la Nuova Zelanda, da oggi priva della sua stella Dan Carter: 4 anni fa l'Argentina fece piangere due volte la Francia padrona di casa, gli All Blacks sono avvertiti.

    NUOVA ZELANDA-CANADA 79-15 — Dodici mete segnate, 4 di Zac Guilford, Canada stritolato 79-15, ma un grosso interrogativo: riuscirà la Nuova Zelanda a fare a meno di Dan Carter fino in fondo? Al posto dell'apertura infortunata (inguine), oggi ha giocato Colin Slade, che ha convinto a sprazzi e lasciato molti dubbi, soprattutto dalla piazzola. Lo score di 5/9 tra trasformazioni e piazzati non è un granché, se si pensa poi che nella ripresa il subentrato Piiri Weepu, che dal numero 10 ha raccolto l'incombenza dei calci, ha fatto 4/4. Gli All Blacks giocano da All Blacks e dopo un sorprendente avvio dei canadesi, che sbloccano il risultato con un piazzato di Ander Monro, rimediato dopo un calcio stoppato al nervoso Slade. L'apertura degli All Blacks si rifà 5 minuti dopo inventando un gran passaggio per la meta di Guilford, che apre alla marea neozelandese: oltre all'ala (che ne segna altre due) timbrano anche Victor Vito, Israel Dagg e Mils Muliana (al cap numero 99). Ma colpisce anche il Canada, con Conor Trainor che finalizza alla bandierina una bella azione nei 22 metri neozelandesi, costruita dal pack e finalizzata dai trequarti. La ripresa è però un assolo Blacks, con la meta di Jimmy Cowan a riaprire le danze. Poi escono Muliaina e Kieran Read, Jerome Kaino passa a numero 8 e subito fa valere la sua stazza, firmando prima una meta personale di potenza e poi una facile facile, limitandosi a schiacciare l'ovale portato dentro dal carrettino della mischia nera. Nel finale di partita arrivano il poker di Guilford e la seconda di Vito, sotto ai pali. Ai quarti ci sarà l'Argentina.

    GALLES-FIGI 66-0 — Il Galles rifila 9 mete alle Figi, vince 66-0 l'ultimo impegno nella Pool D ed entra a vele spiegate nella seconda fase dei Mondiali di rugby neozelandesi. Gara dominata dalla squadra del c.t. Warren Gatland dall'inizio alla fine, in mischia e con i trequarti, nel gioco al piede e nelle fasi di conquista (8 touche vinte e 3 rubate, 8 turnover). Le mete le segnano Jamie Roberts (2), Scott Williams, George North, Sam Warburton, Lloyd Burns, Leigh Halfpenny, Lloyd Williams e Jonathan Davies, tutte trasformate da Rhys Priestland (5) e Stephen Jones (4). Ai quarti di finale il Galles incrocerà la prima classificata della Pool C: l'Irlanda (se questa sera batterà l'Italia) o l'Australia (se a Dunedin vincere saranno invece gli azzurri). Figi se ne torna invece a casa con un bottino di una vittoria, quella contro la Namibia.
     
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    Un Paese in ansia per Carter e Lomu
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    Un macigno s'abbatte sulla Nuova Zelanda. Anzi, se ne abbattono due. Il Mondiale di Dan Carter è finito. E le condizioni di salute di Jonah Lomu sono molto preoccupanti. Due miti del rugby nazionale sono in difficoltà. E un Paese soffre con loro.
    POVERO DAN — Dan ieri, per la prima volta in 84 test, data l'assenza di Richie McCaw per un leggero infortunio a un piede, avrebbe guidato gli All Blacks da capitano. Invece non solo ha rinunciato alla partita (quella, sostanzialmente inutile, contro il Canada). Ma addirittura dovrà saltare tutto il resto del Mondiale. Sciagura peggiore, sulla Nazionale che insegue il titolo dopo 24 lunghissimi anni di attesa, non ci potrebbe essere. Perché l'apertura è l'uomo attorno al quale tutto gira. "E' una situazione tragica - ha detto Graham Henry, proprio ieri al 100° caps da c.t. nell'annunciare la notizia -. Carter, qui, avrebbe raggiunto il vertice della carriera. Dover affrontare questo momento senza di lui è devastante".

    SOSTITUTI — A fermare il miglior marcatore dell'attività internazionale (1250 punti) è uno strappo tra il quadricipite e l'inguine sinistro. Ieri le tv di tutto il Paese hanno riproposto ossessivamente l'immagine del giocatore costretto a rientrare in spogliatoio zoppicando. "Dan verrà ad Auckland per un consulto con uno specialista - ha spiegato la dottoressa Deb Robinson, responsabile sanitaria degli All Blacks dopo aver sottoposto il giocatore a ecografia - non escludiamo alcuna ipotesi. Nemmeno un intervento. Ma nel migliore dei casi dovrà star fermo 10-12 settimane". Carter contro il Canada, travolto 79-15 con 12 mete (poker di Zac Guilford) è stato rimpiazzato - piuttosto bene - dal 23enne Colin Slade, sua alternativa naturale, capace però di un modesto 5 su 9 dalla piazzola e, in passato, mai all'altezza. Nel caso, il più esperto Piri Weepu potrebbe slittare da n. 9 a n. 10. Intanto al gruppo oggi si aggregherà il 22enne Aaron Cruden, solo sei caps all'attivo, cinque dalla panchina. Sono tutte soluzioni di rincalzo.

    POVERO JONAH — Sta male Carter, sta peggio Lomu. Il quale, nella tanto contestata intervista esclusiva (a pagamento) col settimanale Woman's Weekly, ha affermato che il rene che gli è stato trapiantato nel 2004 sta progressivamente smettendo di funzionare. Il 36enne uomo-leggenda, da oltre una settimana è ricoverato all'Auckland Hospital dove è sottoposto a dialisi continue. "L'organo deve riposare - ha spiegato - poi proveremo a farlo rifunzionare. Così non fosse, potrei dovermi sottoporre a un altro trapianto". La Nuova Zelanda e tutto il mondo ovale tengono il fiato sospeso.
     
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    "ARGENTINA, BATTERAI GLI ALL BLACKS"

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    I bookmakers sembrano prenderli in considerazione solo per dovere: la vittoria del match è data a 23, quella del Mondiale addirittura a 201. Ma l'Argentina si avvicina alla sfida mondiale e impossibile con gli All Blacks con grande fiducia e con la spinta di un intero Paese alle spalle del pack. Un sondaggio lanciato dal sito della Federazione sudamericana sull'esito del quarto di finale vede il 71% dei votanti credere nella grande impresa.

    La nazionale biancoceleste, intanto, ha sostenuto il primo allenamento ad Auckland, dove domenica sfiderà la Nuova Zelanda. Una seduta dura, mirata sui movimenti dei singoli reparti e completata da un'analisi al video delle precedenti prestazioni. Gli argentini non hanno incantato nel girone di qualificazione: la sconfitta iniziale con l'Inghilterra è stata seguita dalla vittoria con la Romania e da altre due affermazioni piuttosto faticose con la Scozia (13-12) e con i georgiani. Insomma, il dislivello con gli All Blacks lanciatissimi, scintillanti e animati dalla grande e infallibile occasione del mondiale casalingo appare quanto mai himalayano. Eppure, la convinzione di potere scardinare con la "garra" e la difesa il perfetto Lego rugbistico che Graham Henry ha costruito per dominare. "Giocheremo la partita della nostra vita - ha detto Marcelo Bosch, l'ala-centro dei Pumas e del Biarritz - noi abbiamo una sola possibilità, disputare la partita perfetta, senza errori, e sperare che la Nuova Zelanda non trovi una giornata felice. I quarti di finale potevano essere un obiettivo, ma noi non dormiamo sugli allori. Domenica faremo una grande partita. E il risultato non si conosce mai prima".
     
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    In campo le 8 più forti
    All Blacks, ci sono i Pumas


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    Peccato, peccato proprio non esserci. Peccato che l’Italia non sia tra le otto invitate al gran ballo finale del Mondiale. Perché la festa sarà magica. L’attesa per i quarti di finale in programma nel weekend tra Auckland e Wellington è spasmodica e la Nuova Zelanda è pronta a fermarsi. Alla vigilia tutto quel che resta d’azzurro è una foto di Mauro Bergamasco su The New Zealand Herald, il quotidiano più importante del Paese, nell’ambito di una carrellata di nove primi piani di giocatori iridati... col naso rotto. Oggettivamente non molto. Meglio provare a dimenticare e concentrarsi sullo spettacolo che sarà. In ogni caso grandioso. Da una parte del tabellone solo squadre dell’Emisfero Nord, dall’altra unicamente Nazionali di quello Sud. Con gli All Blacks in ogni caso favoriti per tutti, bookmakers in testa, nonostante la grave perdita di Dan Carter.

    IRLANDA-GALLES — (sabato, ore 7 italiane, a Wellington) Mai, nei 117 precedenti derby celtici, la posta in palio è stata così alta. La storia dice che i Dragoni, negli scontri diretti, hanno un bilancio leggermente favorevole (63 successi). Ma la storia, in questi casi, conta poco. La squadra di Warren Gatland, nel girone di qualificazione, ha perso contro il Sudafrica, quella di Declan Kidney ha centrato solo vittorie, compresa quella eclatante contro l’Australia, in una delle maggiori sorprese del torneo. I Rossi ritrovano Shane Williams all’ala sinistra, con conseguente spostamento di baby George North a destra, Leigh Halfpenny estremo e Lee Byrne in tribuna. Soprattutto, all’apertura, lanciano Rhys Priestland, 24enne degli Scarlets, preferito a Stephen Jones (102 caps) e a James Hook che si accomoda in panchina. I Verdi, invece, puntano sugli stessi titolari che domenica, a Dunedin, hanno travolto l’Italia. Rory Best compreso: il tallonatore dovrebbe aver superato i problemi alla spalla destra. Chiunque vincerà, firmerà un’impresa. Il Galles ha disputato una sola semifinale, 24 anni fa in... Nuova Zelanda. L’Irlanda non s’è mai spinta a tanto. Pronostico: Irlanda 51%.

    INGHILTERRA-FRANCIA — (sabato, ore 9.30 italiane, ad Auckland) Nel secondo quarto da Sei Nazioni è sfida tra squadre che, per un motivo o per l’altro, han sin qui fatto più parlare per quanto combinato fuori dal campo che sul campo. I britannici, dal caso Tindall in giù diventati "cattivi ragazzi", ne han fatte di cotte e di crude, i transalpini sono alle faide interne, divisi, spaccati, con molti giocatori che hanno (avrebbero) da tempo voltato le spalle al c.t. con la valigia Marc Lievremont. Con la differenza che il XV della Rosa non ha mai perso (tra le vittime, dopo l’Argentina, pure la Scozia, per la prima volta fuori dai quarti), mentre Dusautoir e compagni, dopo averci lasciato le penne con gli All Blacks, sono stati spazzati via pure da Tonga. Il match, con protagoniste le ultime due Nazionali vincitrici del Sei Nazioni, proporrà anche il consueto confronto tra scuole e stili: quello conservativo inglese (Wilkinson all’apertura nonostante tutto) contro quello fru-fru francese. Ma non sarà mischia contro trequarti. Pronostico: Inghilterra 55%.

    SUDAFRICA-AUSTRALIA — (domenica, ore 7 italiane, a Wellington) La terza contro la seconda forza mondiale: se non è una finale anticipata questa. .. Tutta colpa del k.o. dei Wallabies contro l’Irlanda nel girone di qualificazione. L’esperienza e la solidità del Sudafrica, opposta alla gioventù e al dinamismo dell’Australia: dovrebbe scaturirne una partita di grande intensità e spettacolarità. Come d'abitudine nel Tri Nations. I Canguri, tornati ad aggiudicarsi il torneo dopo un’attesa di dieci stagioni, quest’anno han vinto due volte su due e in quattro delle ultime cinque occasioni. Ma gli Springboks non sembrano affatto intenzionati ad abbandonare lo scettro conquistato a Francia 2007. Nonostante la perdita per infortunio di Bekkies Botha, gigantesco seconda linea non solo per chili e centimetri, propongono una formazione stagionata, fisicamente destabilizzante, pronta a qualsiasi situazione, favorita dalla pioggia annunciata. L’Australia, di contro, dovrà ritrovare d’incanto le sue tante stelle: da Quade Cooper a Wille Genia, al Mondiale appannati. Un altro fallimento sarebbe fatale. Cercano entrambe il terzo successo iridato: peccato perdere una delle due. Pronostico: Sudafrica 51%.

    NUOVA ZELANDA-ARGENTINA — (domenica, ore 9.30 italiane, ad Auckland) Potranno i Pumas ripetere la leggendaria impresa di quattro anni fa quando, contro ogni pronostico, arrivarono fino in semifinale e poi al terzo posto? Difficile, per non dire impossibile. Perché loro non sono più quelli di allora, anche se molti cavalli sono di ritorno. E soprattutto perché, dall’altra parte del campo, troveranno gli All Blacks. Felipe Contepomi, alla vigilia, ha parlato di "orgoglio". Per cercare l’impresa si affidano alla stessa formazione che ha battuto la Scozia, con l’eccezione dell’infortunato Martin Fernandez Lobbe, rimpiazzato come terza centro da Leonardo Senatore. Non basterà. I padroni di casa, nonostante l’assenza di Carter, sostituito dall’attesissimo Colin Slade, hanno troppe munizioni per non essere favoriti (36 mete in quattro partite). E all’Eden Park non perdono da 17 anni. Pronostico: Nuova Zelanda 80%.
     
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    Il Galles schiaccia l'Irlanda
    Francia super, Inghilterra k.o



    I Dragoni vincono 22-10 e per la seconda volta nella loro storia sono fra le prime quattro in una rassegna iridata. I Bleus dopo le sconfitte contro All Blacks e Tonga travolgono 19-12 la Rosa e volano in semifinale


    La Francia e il Galles volano verso la gloria. I Bleus eliminando l'Inghilterra, i gallesi spazzando l'Irlanda.

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    CHE MAZZATA! — Il Galles, per la seconda volta nella storia, è in una semifinale iridata. L’Irlanda (cinque volte ai quarti su sette edizioni), deve nuovamente rimandare l’appuntamento. La Nuova Zelanda, come già nel 1987, porta fortuna ai Dragoni, che tornano tra le migliori quattro al mondo con pieno merito. A Wellington vince la gioventù e la freschezza di una squadra che, carta d’identità di molti dei suoi giocatori alla mano, è destinata a recitare da protagonista per lunghissimo tempo. L’Irlanda, che aveva piegato l’Australia nel girone di qualificazione raccogliendo sin qui solo vittorie (compresa quella travolgente contro l’Italia), torna a casa con l’ennesima incompiuta.

    QUASI A SENSO UNICO — Il derby celtico, seppur intensissimo, è quasi a senso unico. Warren Gatland, c.t. del Galles, vince la sua scommessa: la scelta di puntare su Priestland quale apertura paga al meglio. Il ragazzo non è preciso dalla piazzola (2 su 5, con però anche due pali), ma gestisce i compagni con acume. I Verdi, di contro, devono fare i conti con una mediana non all’altezza, soprattutto nel n. 9 Murray, lento e incapace di trasmettere palloni di qualità. Quando Declan Kidney, dopo 55’, cambia la cerniera in toto (dentro Sexton-Reddan, con anche O’Gara in panchina), è ormai troppo tardi.

    GALLES, CHE PLACCAGGI — Nel primo tempo territorio e possesso non bastano, nel secondo non ci sono nemmeno più quelli. Il Galles, con seconde linee sempre presenti, placca qualsiasi cosa si muova, ha un super difesa e segna tre mete (a una) di rara fattura. Shane Williams brucia tutti sul tempo in apertura, Mike Phillips (mvp del match) vola tenendo il pallone con una mano, chiude l’azione con un tuffo straordinario e firma il 15-10 dopo 50’, Jonathan Davies passa in mezzo alla coppia Healy-Earls per chiudere i conti. Per Warburton e compagni sognare addirittura la finale, adesso, non è vietato.

    Galles-Irlanda 22-10 (10-3)
    Marcatori: p.t. 3’ m. Sh. Williams tr. Priestland (G), 23’ c.p. O’Gara (I), 27’ c.p. Halfpenny (G); s.t. 5’ m. Earls tr. O’Gara (I), 11’ m. Phillips (G), 25’ m. J. Davies tr. Priestland (G).


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    Che francia!Ha toccato il fondo e, di colpo, è resuscitata. La Francia, dopo due sconfitte umilianti (contro gli All Blacks e contro Tonga), col contorno di un sacco di polemiche interne, all’Eden Park travolge l’Inghilterra e vola in semifinale. Dusautoir e compagni, pieni di cattiveria agonistica, giocano per ottanta minuti con la bava alla bocca e gli occhi iniettati di sangue. C’è voglia di rivalsa contro il XV della Rosa (dai quali sono stati eliminati in semifinale negli ultimi due Mondiali) e, soprattutto, contro un’opinione pubblica che s’è fatta gioco di loro. Ne emerge una squadra indemoniata, selvaggia, aggressiva che più non si può, disposta al sacrificio, finalmente compatta.

    inglesi annichilitiL’Inghilterra è sorpresa, annichilita. Nel primo tempo c’è solo la Francia: costruisce coi piazzati di Yachvili, allunga con mete d’autore di Clerc e di Medard. Il 16-0 dell’intervallo è più che legittimo. L’Inghilterra, qualche iniziativa di Tuilagi a parte, non esiste. I transalpini hanno una terza linea devastante (Harinordoquy mvp) e dominano persino in mischia. Trovano buchi, ricicli continui. Nella ripresa i Bianchi tentano una reazione: una meta di Foden trasformata da Wilkinson (ci saranno altre occasioni per lui?) pare poter riaprire il match, ma è un fuoco di paglia. Un drop di Trinh-Duc suggella il trionfo. La realizzazione di Cueto quasi allo scadere serve solo per le statistiche. Sabato, la prima semifinale, alla Francia proporrà il Galles. Un altro spettacolo è garantito.

    Francia-Inghilterra 19-12 (16-0)
    Marcatori: p.t. 10’ e 15’ c.p. Yachvili (F), 22’ m. Clerc (F), 30’ m. Medard (F); s.t. 15’ m. Foden tr. Wilkinson (I), 33’ drop Trinh-Duc (F), 37’ m. Cueto (I).
     
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    L'Australia continua la corsa
    Sudafrica superato 11-9



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    L’Australia, al termine di una partita di un’intensità sconosciuta, supera a Wellington il Sudafrica e vola in semifinale. La grande classica dell’Emisfero Sud, la finale anticipata, è all’altezza delle aspettative: decide un piazzato di baby O’Connor - ragazzino di ghiaccio - a otto minuti dal termine. Wallabies e Springboks, per tutto il match, ingaggiano una battaglia feroce, forse poco spettacolare, ma splendida per pathos e fisicità. L’Australia vince utilizzando le armi che, sulla carta, sono degli avversari: mischia e gioco al piede. E’ il Sudafrica a fare la partita, per territorio e possesso. Ma sono gli Wallabies, trascinati da un indiavolato Pocock, mister-placcaggio, a sfruttare al meglio le poche occasioni a disposizione.

    CINISMO — L’unica meta arriva in avvio: l’Australia, dopo dieci minuti di forcing Springboks, entra per la prima volta nella metà campo avversaria. Burger è placcato, il Sudafrica perde il pallone in una ruck, Samo passa a McCabe che serve l’accorrente Horvill. Per il capitano la meta è un gioco da ragazzi. O’Connor non trasforma, ma poi centra un piazzato (8-0). Gli Springboks sono costantemente in attacco, ma accorciano solo poco prima dell’intervallo con Morne Steyn (8-3). Nella ripresa la musica non cambia: la squadra di De Villiers fa e disfa, quella di Deans pensa soprattutto a difendersi. Il piede dell’apertura si ripete (8-6) e poi trova un grande drop laterale da una trentina di metri (8-9). Il Sudafrica sembra padrone del match, pronto al colpo della staffa. Ma l’Australia è cinica e con O’Connor firma il decisiva sorpasso. L’assalto finale degli Springboks è vano. Sono gli Wallabies a continuare la corsa verso un possibile terzo titolo iridato.
     
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    RUGBY: LA NUOVA ZELANDA NON SBAGLIA



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    Gli All Blacks non sbagliano e centrano la semifinale dei Mondiali che giocano in casa. I neozelandesi battono nei quarti l'Argentina con il punteggio di 33-10. I Pumas mettono in difficoltà i padroni di casa per un'ora, ma poi si devono rassegnare alla furia All Blacks. In meta vanno Read, Thorn per i vincitori, mentre per i sudamericani l'unica meta è messa a segno da Cabello. Ora in semifinale la Nuova Zelanda affrronterà l'Australia.

    All Blacks in semifinale, ma quanta sofferenza. La Nuova Zelanda fatica per superare l'Argentina 33-10 (primo tempo 12-7) nei quarti di finale dei Mondiali. Il risultato finale non deve ingannare: nella tana di Eden Park, a Auckland, i padroni di casa devono lottare dall'inizio alla fine per piegare la resistenza degli splendidi Pumas.

    Il XV del ct Graham Henry può cominciare a pensare alla semifinale in programma domenica prossima, sempre a Auckland, contro l'Australia, reduce dalla battaglia vinta 11-8 sul Sudafrica. All'appuntamento contro i rivali per eccellenza, gli All Blacks si presentano dopo aver superato un esame vero. La Nuova Zelanda commette l'errore di accettare il ritmo dettato dai sudamericani. O meglio, non riesce ad accelerare contro avversari che soffocano ogni iniziativa. Non ci sono varchi, bisogna affidarsi a Weepu per muovere il punteggio. I primi due piazzati (13' e 26'), però, non bastano per aprire il gap. L'Argentina non arretra di un centimetro e alla mezz'ora gela Eden Park. Dalla mischia parte l'azione che, grazie al break di Leonardo Senatore, diventa il trampolino per Julio Farias Cabello: meta e, con la trasformazione di Felipe Contepomi, i pumas passano a condurre 7-6. La partita è vera e, per i favoriti, diventa pure in salita. La Nuova Zelanda prova a reagire, la scintilla non scocca ma almeno Weepu continua a sfruttare i penalty: altri due centri (36' e 40') e i padroni di casa vanno al riposo in vantaggio 12-7.

    I tutti neri si ripresentano in campo con Isaia Toeava al posto di Mils Muliaina, out per un problema alla spalla: il ct Graham Henry cerca l'uomo che possa allargare l'attacco, ma il copione del match non cambia. L'Argentina rimane in scia con il piazzato di Marcelo Bosch (46') e dall'altra parte Weepu (50') prosegue il suo show balistico: 15-10. La fatica comincia a farsi sentire e il muro dei pumas inizia a scricchiolare. Le percussioni di Ma'a Nonu, un 'non fattore' per quasi un'ora, adesso si fanno sentire. Richie McCaw si ferma a pochi centimetri della meta, Weepu sfrutta un altro penalty (58') per il 18-10 ma, soprattutto, l'Argentina si ritrova con un uomo in meno per il cartellino giallo sventolato davanti a Nicolas Vergallo. Diventa impossibile arginare la marea nera e al 67' arriva la meta che spacca definitivamente la partita: Kieran Read schiaccia l'ovale per il 23-10 e pazienza se Weepu, migliore in campo, macchia la sua serata spedendo sul palo il pallone dei due punti addizionali. Il man of the match può riscattarsi al 72' con il penalty del 26-10. L'Argentina non ha più benzina, c'è gloria anche per Brad Thorn (77') e per la meta che, trasformata da Aaron Gruden, scolpisce il definitivo 33-10. Missione compiuta, giù il sipario per una settimana.
     
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    All Blacks furia da finale
    L'Australia si arrende


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    l sogno straordinario della Nuova Zelanda è sempre più a portata di mano: gli All Blacks spazzano via l’Australia e domenica prossima, contro la Francia, andranno a caccia di quel titolo mondiale atteso da 24 lunghissimi anni. Un intero Paese è già in trepidazione. All’ultimo atto, intanto, arrivano le stesse squadre di quella prima edizione. E anche i tuttineri, come i Galletti, centrano l’obiettivo per la terza volta nella storia (nel 1995 furono sconfitti dal Sudafrica). La finale anticipata, intanto, pur tenendo fede alle aspettative (altro che la partita di ventiquattro ore prima...), è quasi a senso unico. Contro degli All Blacks così, del resto, è quasi impossibile giocare. Il 20-6 finale nemmeno è fedele di quanto s’è visto in campo: se i padroni di casa dalla piazzola fossero stati più precisi (4 su 9 alla fine) il punteggio avrebbe assunto proporzioni più consone.

    UN DOMINIO — McCaw e compagni, in un Eden Park che è una marea nera con qualche isolata macchiolina gialla, impartiscono lezioni di rugby totale. Nel primo tempo con i trequarti, nel secondo con gli avanti. Il dominio è pressoché incontrastato: dalle fonti del gioco in su, con i singoli a esaltare il collettivo e viceversa. La prima mezzora è di un’intensità sconosciuta: gli All Blacks, magicamente guidati dalla cerniera Cruden-Weepu, aprono il campo con facilità irrisoria. L’apertura, terza scelta dopo che Carter prima e Slade poi sono andati k.o., è ispiratissimo. E pensare che fino a due settimane fa pensava alle vacanze e girava in skateboard sulle strade di casa. Quando i due possono sventagliare l’attacco, gli Wallabies vanno sistematicamente in affanno. La meta di Nonu, giocatore chiave al pari di Dagg, in avvio detta il ritmo, poi il tanto crear gioco si concretizza dalla piazzola. Weepu non è preciso, ma il divario pian piano si allarga. L’Australia, palla in mano, sarebbe anche pericolosa: il problema è che non l’ha quasi mai... Cruden si inventa un drop, i cambi di lato sono continui e il 14-6 dell’intervallo non dice abbastanza. La Nuova Zelanda, in campo, ha quindici ballerini.

    LA FESTA — Nella ripresa il ritmo cala un po’, lo spettacolo diventa per palati più fini, ma quel che gli All Blacks combinano in mischia è da manuale. A furia di placcaggi rosolano a fuoco lento gli avversari. La prima linea, con un Mealamu in formato gigante, è debordante. McCaw, alla faccia dei problemi al piede destro, è il solito fenomeno (sarà scelto quale mvp del match). Avanti così veloci e dinamici non si sono mai visti. Gli Wallabies ci provano soprattutto con Genia, ma ogni iniziativa viene fermata sul nascere. Non ci sono spazi dove infilarsi. La superiorità della squadra di Graham Henry, frutto anche di precisissime palle alte, è schiacciante, esaltante. Nel secondo tempo ci sono solo due calci di Weepu, ma bastano e avanzano. Nemmeno un giallo un po’ fiscale contro il subentrato Sonny Bill Williams (per un placcaggio pericoloso) cambia la musica: l’Australia, negli ultimi 5’, ha l’uomo in più, ma finisce nei propri ventidue. Ad Auckland e in tutta la Nuova Zelanda è festa grande.

    Nuova Zelanda-Australia 20-6 (14-6). Marcatori: p.t. 6’ m. Nonu (N), 12’ c.p. Weepu (N), 15’ c.p. O’Connor (A), 22’ drop Cruden (N), 32’ drop Cooper (A), 37’ c.p. Weepu (N); s.t. 2’ e 32’ c.p. Weepu (N).

    Gazzetta.it
     
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    SOLO GLI ALL BLACKS POSSONO PERDERE

    Finale in teoria scontata: ma la Francia...


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    E’ una finale curiosa. Perché in teoria All Blacks-Francia pare una partita segnata. A sostegno della tesi c’è la sfida del 24 settembre scorso chiusa dalla Nuova Zelanda con un secco 27-17, c’è una differenza di qualità enorme espressa nelle semifinali, con la Francia messa sotto nel gioco dal Galles (in 14), con gli All Blacks protagonisti di un match di rarissima qualità contro l’Australia. Proprio per questo tocca prendere in esame la possibilità che in campo, domenica, accada qualcosa di non coerente con i valori visti in questo Mondiale.

    Un po’ perché proprio i francesi sono specializzati nel combinare scherzi pesanti ai tutti neri, l’ultimo nei quarti del 2007 quando ottennero un contestatissimo successo che valse un posto in semifinale. Un po’ perché il clima di tensione che permane all’interno della nazionale francese determina prove di orgoglio in continuazione (la vittoria contro l’Inghilterra, vera partita chiave di questa edizione della Coppa è scattata con una squadra in pesante stato d’accusa).

    Pare addirittura che tutto questo faccia parte di un copione scritto da Marc Livremont, allenatore francese, sempre pronto ad un urto frontale con i suoi ragazzi, scopo determinare una reazione. In aggiunta, come si fa alla vigilia, possiamo considerare una sorta di rilassamento in casa All Blacks, conseguente alla vittoria contro l’Australia, vale a dire contro la squadra più attrezzata per tecnica e cultura, a metterli in difficoltà.

    Sì, sì, una partita aperta, dunque, anche se diventa difficile trovare argomenti a favore della Francia se si analizzano i reparti. La mischia All Blacks non patisce, aggredisce, sfrutta una prima linea molto esperta e una terza linea aggressiva e molto raffinata, Jerome Kaino è forse il miglior giocatore dell’intero Mondiale, Read e McCaw lavorano con una intensità straordinaria. E poi Ma’a Nonu a romprere la linea della difesa avversaria, Dagg e Jane impeccabili o quasi sulle palle alte, sulle ripartente, la coppia di mediani Weepu-Cruden determinata a non far pesare l’assenza di Carter. Come battere una comitiva del genere? Per questa Francia impossibile. A meno che gli All Blacks non si facciano fregare da loro stessi. Entrando in campo convinti di aver già messo le mani sulla Coppa.
     
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    L'AUSTRALIA CHIUDE CON IL BRONZO
    Mondiale rugby: battuto il Galles


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    L'Australia si prende il bronzo Mondiale battendo il Galles per 21-18. I Wallabies, allenati da Robbie Deans, vendicano la finalina persa nel 1987 proprio contro i Dragoni grazie alle mete di Barnes e Mc Calman. I giovani gallesi, però, hanno dato del filo da torcere ai giganti australiani e si sono dovuti inchinare per i calci piazzati di O'Connor. Le mete di marca gallese, invece, portano i nomi di Williams e Halpfenny.
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    RUGBY: ALL BLACKS, FESTA OCEANICA

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    Una parata nel centro storico di Auckland per ribadire qual è la squadra più forte. In questo modo la Nuova Zelanda ha scelto di festeggiare il secondo Mondiale della sua storia. Dopo aver percorso alcune vie del centro su alcuni mezzi allestiti per l'occasione, il capitano McCaw ha sollevato la coppa di fronte a una folla di 240mila persone: "Incredibile vedere tanta gente, è una vittoria immensa" ha detto il rappresentante All Blacks.

    "E' un piccolo trofeo, ma rappresenta qualcosa d'immenso'', ha detto il capitano degli All Blacks Richie McCaw, sollevando la coppa Webb Ellis davanti ad una folla stimata in circa 240.000 persone. "E' incredibile quanta gente è venuta", ha sottolineato ancora McCaw, mentre il corteo di mezzi che aveva a bordo i giocatori e lo staff dei 'Tutti Neri' attraversava un tratto di strada circondato da una marea di tifosi, la maggior parte dei quali indossava la maglia della Nazionale.

    "La nostra vittoria significa molto per tutti coloro che ci sostengono e per coloro che in questo momento si sentono neozelandesi", ha detto ancora il capitano. Domani gli All Blacks ripeteranno la parata di Auckland a Christchurch, seconda città del Paese recentemente colpita da una serie di terremoti (quello di febbraio causò 181 morti), mentre mercoledì saranno nella capitale Wellington.
     
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